Controra – House of Shadows, di Rossella De Venuto


La pellicola omaggia la lunga tradizione dei vari Bava, Fulci, Argento cercando al contempo di sviluppare un’idea originale che trova un humus fertile nelle antiche credenze popolari. All’iconografia più classica dell’horror si affianca una riflessione abbacinante sull’omertà cattolica della provincia italiana, che occulta dietro false venerazioni indicibili tragedie umane

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"Queste ore soffocanti in cui la terra e il cielo ardono non sono per te, che rasenti città sognate; sono le ore delle grandi passioni inappagate, le ore dell’amore incerto e della morte evidente, le ore in cui il mare si oscura, le ore immobili che nessun’altra città del mondo conosce, e che a Napoli si chiama controra." J.N. Schifano – La Controra

 

Lontano dalla violenza gratuita ed esacerbata di certo cinema di genere, che può ancora allettare ma difficilmente sorprendere, Controra – House of Shadows è un thriller paranormale che non ha bisogno di tanti effetti speciali per suscitare nello spettatore un senso di angoscia e straniamento legato all’ignoto. Lo dimostra la solida regia di Rossella De Venuto, qui alla sua opera prima, che firma una storia ricca di suggestioni folkloriche ambientata nel soleggiato Sud Italia. Protagonista è Megan (Fiona Glascott), una pittrice irlandese che vive a Dublino con il marito Leo (Pietro Ragusa), un emigrato di origini italiane. Quando lo zio di Leo, un monsignore prossimo alla santità, muore, la coppia torna in Puglia per occuparsi di un antico palazzo ricevuto in eredità. Ma la dimora è popolata da presenze misteriose che spingeranno Megan a indagare sull’orribile segreto sepolto nel passato della famiglia di Leo.

Si resta stupiti, quasi ammaliati, per il coraggio di simili operazioni. E sopraggiunge un pizzico di amarezza, data la scarsa attenzione che il nostro cinema riserva a questo genere in rapporto soprattutto alla lunga (e finalmente celebrata) tradizione dei vari Bava, Fulci, Argento. Tradizione che il film di Rossella De Venuto omaggia cercando al contempo di sviluppare un’idea originale che trova un humus fertile nelle antiche credenze popolari. La controra indica infatti le prime ore del pomeriggio, quando il tempo sembra fermarsi e i vivi possono entrare in contatto con le anime dei defunti. Ed è proprio la luce, e non l’oscurità, il prisma focale che fraziona gli attimi di paura e i momenti di sospensione, i sogni e le allucinazioni, le verità nascoste e l’ombra del dubbio: infiamma di follia il pallido volto della protagonista; si riflette sulle strade e sull’architettura gotica durante le sue solitarie passeggiate; penetra nelle stanze della casa provocando strani fenomeni. All’iconografia più classica dell’horror – va citata almeno la fugace apparizione di Ray Lovelock nelle vesti di padre Von Galen – il film affianca una riflessione abbacinante sull’omertà cattolica della provincia italiana, che occulta dietro false venerazioni indicibili tragedie umane.
L’aspetto che però rende Controra un’opera valida a livello di contenuti è la cura nella messa in scena, frutto della collaborazione tra la regista e il direttore della fotografia, l’irlandese Ciaran Tanham, che attraverso un efficace gioco di chiaroscuri riesce ad accentuare il fascino atavico e perturbante di quei luoghi intrisi di storia e leggende.

Regia: Rossella De Venuto
Interpreti: Fiona Glascott, Pietro Ragusa, Federico Castelluccio, Bianca Nappi, Ray Lovelock

Origine: Italia, Irlanda, 2013
Distribuzione: Interlinea Film in collaborazione con Nomad Film Distribution
Durata: 84’

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