STARDUST MEMORIES – Sam Waterston prima di Law and Order

Prima di essere il viceprocuratore distrettuale Jack Maccoy nella popolare serie tv, l'attore ha avuto una solida formazione teatrale e poi sul grande schermo ha lavorato spesso con Woody Allen oltre ad essere stato tra i protagonisti di I cancelli del cielo e di Urla del silenzio con cui ha avuto una nomination all'Oscar. Il cinema però sembra averlo un po' dimenticato…

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Il viso di Sam Waterston è uno di quelli che rimane impresso nella memoria: conformazione ovalare, occhi neri corvini, grosso naso aquilino, sopracciglia folte. La sua recitazione è essa pure inconfondibile, impostazione teatrale, lavoro costante sulla tonalità di voce, poche gestualità, presenza scenica dal grande impatto emozionale. Eppure il Cinema non ha saputo valorizzare al meglio questo grande attore, nato nel 1940 a Cambridge Massachusetts, laureatosi a Yale e formatosi alla American Actors Workshop di Parigi.

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La grande passione per il teatro lo porta a recitare Samuel Beckett (Aspettando Godot), Tennessee Williams (Lo zoo di vetro) e Shakespeare (memorabile la sua interpretazione in Molto rumore per nulla) e a frequentare i grandi palcoscenici di Broadway, dove il suo nome inizia rapidamente a circolare come attore tra i più completi e affidabili. Il salto dal teatro al debutto sul grande schermo avviene nel 1965 con il film The Plastic Dome of Norma Jean, ma ci vorrano quasi dieci anni di dura gavetta prima di ottenere il primo ruolo importante, quello di Nick Carraway in The Great Gatsby (1974) di Jack Clayton con sceneggiatura di Francis Ford Coppola. Memorabile il suo scambio di battute con Robert Redford ("Il passato non si può ripetere!" – "Come non si può ripetere, si deve ripetere!") in cui viene racchiusa tutta la speranza e tutta la disillusione dei “Roaring Twenties” del Grande Sogno Americano. La sua asciutta e raffinata interpretazione viene notata e l’attore verrà coinvolto ancora in altre importanti produzioni come Capricorn One di Peter Hyams (1978, interpreta l’astronauta Peter Willis), Interiors di Woody Allen (1978, è il giornalista Mike marito di Joey) e il leggendario I cancelli del cielo di Michael Cimino (1980, dove interpreta la parte del “villain” Frank Canton, ideatore della lista della morte anti immigrati).

Ma la vera grande occasione capita nel 1984 quando il regista inglese Roland Joffé lo vuole come protagonista per la sua opera prima Urla del silenzio (The Killing Fields) per impersonare il ruolo del giornalista Sydney Schanberg nell’inferno della guerra di Cambogia nei primi anni 70. Il film è spietato nel rappresentare gli stermini e le violenze di quel periodo ed è anche equidistante nel giudizio: da un lato viene condannata la amministrazione Nixon per la interferenza politica nel conflitto cambogiano, dall’altra viene stigmatizzato l’olocausto (due milioni di morti, un terzo dell’intera popolazione) perpetrato con inaudita ferocia dai Khmer rossi del sanguinario Pol Pot. L’interpretazione di Waterston è memorabile e gli regalerà due nomination all’Oscar e ai Golden Globe del 1985, ma i giurati gli preferiranno in entrambe le occasioni F. Murray Abraham per il suo ruolo in Amadeus di Milos Forman. Rimarrà comunque il suo abbraccio finale alla guida e interprete Haing S Ngor (Oscar migliore attore non protagonista 1985, morirà undici anni dopo ucciso da sicari filo maoisti che non gli perdoneranno la partecipazione al film di Joffé) sulle toccanti note di Imagine di John Lennon.

Nonostante la risonanza mediatica del successo di The Killing Fields, la carriera cinematografica di Sam Waterston stenta a decollare. Woody Allen lo invita a partecipare in molti dei suoi film:  Crimini e misfatti del 1988 (è Ben rabbino cieco), Hannah e le sue sorelle del 1986 (un cameo ancora nella parte di un rabbino) e soprattutto Settembre del 1987 dove sostituisce Sam Shepard e Christopher Walken (non adatti al ruolo) e regala un’altra “cechoviana” prova nella parte di Peter, romanziere in piena crisi esistenziale che porta il lutto per la sua vita (“C'è gente che sopravvive e altri che permettono alle tragedie della vita di annientarli, e questa è una delle tante crudeltà del vivere…”). Nonostante le ottime prove fornite nei film di Allen, Sam Waterston riesce ad avere parti di un certo rilievo solo in L’uomo della luna (1991), ultimo film del grande Robert Mulligan dove è il capofamiglia alle prese con i turbamenti adolescenziali delle proprie figlie e La signora ammazzatutti (1994) dell’iconoclasta John Waters in cui impersona il marito della serial killer Kathleen Turner.

Ma è proprio all’inizio degli anni 90 che la televisione offre a Sam Waterston l’opportunità di reinventarsi una carriera dopo alcune convincenti apparizioni nel ruolo di Abraham Lincoln nel 1988 (ruolo che riproporrà con successo anche in teatro): la fenixologia (l’arte di risorgere dalle proprie ceneri) passa attraverso I’ll Fly Away- Io Volerò via (38 episodi tra il 1991 e il 1993) in cui interpreta la parte del procuratore distrettuale che gli varrà un Golden Globe come migliore attore in una serie tv. La definitiva consacrazione  si avrà con la serie Law and Order (1990 – 2010, venti stagioni, una delle serie più lunghe nella storia della televisione) che lo vedrà protagonista dal 1994 in poi (anno in cui subentra nella serie) nel ruolo del vice procuratore Jack Maccoy (poi promosso col tempo a procuratore). Il binomio Waterston-Maccoy sembra perfetto: l’attore americano ha “le phisique du role” per dare forma a un personaggio carismatico, informale, che persegue il trionfo della legge anche spingendosi al di là del lecito, che allaccia numerose relazioni sentimentali con le proprie collaboratrici di turno, che perde completamente la fede cattolica dopo la morte di un amico e che crede fermamente solo nella giustizia terrena. Nel corso di questi 16 anni il personaggio cresce e matura coerentemente e il grande attore lo fa evolvere verso un maggiore grado di consapevolezza e maturità.

Il grande successo di Law and Order fa diventare Sam Waterston tra gli attori più ricchi di Hollywood e richiesto per altre serie televisive come la convincente The Newsroom in coppia con Jeff Daniels. Il grande schermo continua però a ignorarlo (l’ultima apparizione degna di nota è nel poco convincente film di James Ivory Le divorce del 2003) ma la nostra più segreta speranza è vederlo presto in qualche produzione cinematografica all’altezza del suo talento.

 

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