L’amore non perdona, di Stefano Consiglio


Più vicino al Fassbinder de La paura mangia l’anima che al Sirk di Secondo amore, si spoglia di quel pathos narrativo spesso estremizzato nella forma e nelle situazioni per abbracciare la semplicità del vivere quotidiano. Il regista fugge gli stereotipi del caso puntando a una rappresentazione talmente onesta dei sentimenti da mettere alla prova lo spettatore più diffidente

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Adriana (Ariane Ascaride) è una donna di sessant’anni rimasta vedova, che lavora come infermiera nell’ospedale della sua città. Qui incontra Mohamed (Helmi Dridi), un arabo di trent’anni e tra i due nasce un amore sincero. La loro storia desta scandalo tra amici e familiari facendo emergere nella coppia dubbi, paure e incomprensioni.
Stefano Consiglio, documentarista che in passato è stato assistente alla regia di Benigni, Monicelli e Giuseppe Bertolucci, sceglie per il suo primo lungometraggio di finzione il genere cinematografico del melodramma mantenendo uno sguardo lucido sul nostro presente. Più vicino al Fassbinder de La paura mangia l’anima che al Sirk di Secondo amore, L’amore non perdona si spoglia di quel pathos narrativo spesso estremizzato nella forma e nelle situazioni per abbracciare la semplicità del vivere quotidiano che entra in lotta con le convenzioni di una società moralmente arretrata. Il regista, però, fugge gli stereotipi del caso – l’immigrato in cerca di fortuna che inganna ingenue signore – puntando a una rappresentazione talmente onesta dei sentimenti da mettere alla prova lo spettatore più diffidente.

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In modo opposto a L’amore e basta, documentario del 2009 in cui intervista una serie di coppie omosessuali, non solo italiane, interrogandosi su alcune questioni fondamentali (la felicità, la famiglia, i figli), Consiglio racconta le gioie e le difficoltà di una donna-madre-nonna di fronte all’amore lasciando al margine le differenze culturali e religiose e concentrandosi maggiormente su quelle anagrafiche (“I genitori non ballano, non ridono troppo e non fanno mai l’amore” dice Adriana alla figlia, interpretata da Francesca Inaudi). Il passaggio a un cinema propriamente del reale si avverte laddove la vicenda assume un respiro più ampio uscendo dalla prospettiva italiana e mostrando la reazione, anche in questo caso di chiusura, della controparte araba. Il centro emotivo del film resta comunque il personaggio di Adriana, una sublime Ariane Ascaride che con eleganza e misura incarna passioni e fragilità, desideri e insicurezze dell’universo femminile.

 

Regia: Stefano Consiglio

Interpreti: Ariane Ascaride, Helmi Dridi, Francesca Inaudi, Carmine Maringola, Stefania Montorsi, Antonia Truppo, Claudio Bigagli

Distribuzione: Parthénos

Origine: Italia, Francia 2014

Durata: 85’

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