"Battaglia nel cielo" di Carlos Reygadas
Presentata in concorso al festival di Cannes 2005, l'opera seconda del giovane regista messicano è il prototipo di un cinema rituale che prova a spingersi oltre la consapevolezza del genere cinematografico e approdare nel magico realismo. Percorsi tortuosi e claustrofobici che asfissianoil melodramma. Ma alla fine il film non convince affatto.
Presentata in concorso al festival di Cannes del 2005, l'opera seconda del trentaquattrenne regista messicano non convince. Marcos, autista di un generale, e sua moglie hanno un atroce segreto da nascondere. L'unica a conoscere quel segreto è la figlia del generale, prostituta per piacere, che convince Marcos a confessare tutto alla polizia. Alla ricerca di redenzione e conforto, l'uomo si convince a seguire il pellegrinaggio in onore di Notre Dame di Guadalupe.
Reygadas, con l'acclamato Japon (presentato sempre a Cannes e a Rotterdam), opera del 2002, è entrato a far parte di quella schiera di autori messicani che hanno fatto rinascere l'interesse per una cinematografia da troppo considerata propaggine artistica e stilistica del colonialismo culturale. Troppo lontani dal cielo (e dal paradiso) e assai più vicini all'occidente (e all'inferno democratico). Se Inarritu, Cuaron, Alfonso Arau, hanno attraversato definitivamente (forse) la frontiera, l'autore che ha studiato legge e vive dal 1977 a Bruxelles, è sicuramente più vicino a Fernando Eimbcke, Eva Lopez Sanchez, Beto Gomez, Julian Hernandez, Hugo Rodriguez (anche lui a Cannes). Verrebbe spontaneo nominare come capostipite di questa ondata generazionale Arturo Ripstein. Ma per Battaglia nel cielo è assolutamente eccessivo considerarlo come continuatore dell'estetica bunueliana. I percorsi battuti sono tortuosi (come la scalata del vulcano, o camminare inginocchiati fino alla chiesa) e claustrofobici (come le scene di sesso esplicito e reiterate), ma asfissiano il sublime melodrammatico, deformando di riflesso la grammatica filmica, debitrice di una certo modo di fare cinema in Europa. Questo cinema è un rituale che mistifica la passione e la spiritualità per andare oltre la particolare consapevolezza del genere cinematografico, per scongiurare la catalogazione rigida e disanimata. Realismo magico, apparentemente, che di maniera esprime il reale attraverso la materia e l'universo kafkiano. Il cinema di Reygadas, paradossalmente s'irrigidisce, perdendo di flessibilità tra i due estremi della solennità e della grossolanità, della pedanteria e della frivolezza, del volgare e del sublime. Dalle radici all'alienazione o al conflitto latente, rivelato con giri completi di macchina, che neutralizzano la realtà e stilizzano lo sguardo.
Titolo originale: Batalla en el cielo
Regia: Carlos Reygadas
Interpreti: Marcos Hernandez, Anapola Mushkadiz, Berta Ruiz, David Bornstein, El Abuelo, Alejandro Mayar
Distribuzione: Lucky Red
Durata: 95'
Origine: Messico/Francia/Belgio/germania, 2005