#Berlinale2016 – Des nouvelles de la planète Mars, di Dominik Moll

La componente grottesca non è appesantita come nei film precedenti del regista. C’è la follia ma non la leggerezza con François Damiens che è l’unico corpo impazzito. Fuori concorso

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La vita cambia all’improvviso per l’ingegnere informatico Philippe Mars. L’ex-moglie gli lascia i figli perché deve andare a Bruxelles a lavorare come corrispondente televisiva e la sorella gli lascia il suo cane. Ma a distruggere ogni apparente equilibro ci pensa Jérôme, un collega un po’ disturbato che irrompe a casa sua e gli trasforma la vita in un inferno.

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Sospeso tra il caos del quotidiano e tracce di esistenza ultraterrena, Des nouvelles de la planète Mars, presentato alla Berlinale fuori concorso, non appare tanto un salto in avanti nel cinema del francese Dominik Moll (il regista dei modesti Harry, un ami qui vou veut du bien e Lemming) ma comunque il grottesco non è più appesantito come accadeva precedentemente e rinuncia a quella carica nel trasformare i protagonisti in delle maschere come nell’opera di Delepine e Kévern.

françois damiens jeanne guittet tom rivoire des nouvelles de la planète mars  Innanzitutto la Parigi notturna, già evidente in apertura, porta il film quasi sulle zone di un fantasy dove s’incrociano il caos e il destino, un po’ come nel cinema di van Dormael. Inoltre sono proprio le tracce di follia che entrano nella quotidianità che rendono questo film, spesso sgangherato, comunque divertente. Ciò si deve molto alla prova di François Damiens (nominato ai César 2015 come miglior attore per La famiglia Bélier), soprattutto nel suo continuo contrasto individuale tra lui e gli altri personaggi: il rapporto con il collega, i figli, la sorella. L’inizio, con la discussione con il padrone che non ha pulito la cacca del cane fatta per strada, porta già il film sulla linea di una commedia stralunata, con personaggi pazzi (Chloe, l’amica di Jérôme che non vuole essere toccata da nessuno), dialoghi anche divertenti (il figlio che non sa rispondere alle domande sulla differenza tra i cattolici e i protestanti). Certo, la leggerezza manca del tutto in un film che forse aveva bisogno di uno spirito più libero per non ridurre comunque molti prsonaggi in una serie di ripetitive figure ricorrenti. Dove, una volta capito lo schema, si ripetono interagendo in maiera simile con il protagonista che è comunque l’unico elemento impazzito assieme all’apparizione dei genitori. Ma per quello che si è visto precedentemente nell’opera di Moll, qui basta e avanza.

 

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