Gramigna (volevo una vita normale), di Sebastiano Rizzo

La malavita, per sua stessa definizione, pone un problema in essere. La lotta e il rifiuto, estirpare questa pianta parassita, è il primo passo verso una sua radicale estinzione

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Essere figlio di uno dei più noti boss camorristici potrebbe generare un destino segnato dall’impronta della malavita. Una sorte che Luigi cerca di combattere a tutti i costi, in un conflitto costante che lo pervade, inducendolo alla rabbia e a una profonda solitudine. Il padre Diego sta scontando l’ergastolo ma i ‘tentatori’ circondano Luigi ogni giorno, senza sosta. Poche sono le figure positive nella sua vita ma è grazie a queste che riuscirà a trovare un riscatto e a dimostrare che lui, davvero, non è come suo padre.

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Il bisogno di riscatto dai dogmi di un mondo che ha fatto della violenza e l’umiliazione le sue prerogative basilari: questo è Gramigna, film diretto da Sebastiano Rizzo il cui intento si profila in un apparato educativo senza dimenticare quello fondamentale di testimonianza, sottolineando il valore socio-culturale del proprio operato. Un intento che si delinea in una buona struttura narrativa dalle fattezze circolari, riportando il principio nel finale, come a custodire una storia che si instaura in uno schema prestabilito ma ne ribalta le situazioni con coscienze parallele eppure fortemente estranee tra loro. Ed è la coscienza di Luigi, interpretato da Gianluca di Gennaro, a porre un freno alla crudeltà vendicativa con la sua voglia di riscatto e il bisogno di dimostrare (a se stesso in primis) che quello non è il suo mondo. Costantemente portato alla deriva in un gioco di bene e male obbligato, nessuna semplificazione gli è concessa e non vi è baratto che valga il costo della sua libertà. Rizzo ci presenta una figura che non vuole cavalcare alcuna linea retorica, prettamente impostata su una contemporaneità che tale deve essere e nella quale i conflitti e le provocazioni sono all’ordine del giorno, mostrando uno spaccato che nella realtà trova le sue radici. Un simulacro che porta alla luce i dolori e i sacrifici di un ragazzo che chiede semplicemente di poter vivere come se stesso, liberandosi da uno ‘status’ scomodo come una gramigna da estirpare, lontano da ciò che parenti e affiliati hanno contribuito a designare per il suo cammino di adulto. Un bisogno di estraniazione che lo porta a voler far parte di quella categoria da sempre maggiormente soggetta alla malavita: i commercianti. E questo sarà il sogno di Luigi, manifestare la sua diversità attraverso l’impegno lavorativo e civile, in contatto e dalla parte di quelle persone che hanno sperimentato le ferite e le umiliazioni provocate dalla sua stessa famiglia.

Regia: Sebastiano Rizzo
Interpreti: Biagio Izzo, Gianluca Di Gennaro, Teresa Saponangelo, Enrico Lo Verso
Durata: 95′

Distribuzione: Klanmovie Production
Origine: Italia, 2016

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