Strane Straniere, di Elisa Amoruso

Dietro alle nuove traiettorie del documentario italiano, Elisa Amoruso si prende nuovamente l’onere di raccontare l’Italia dei margini, dissotterrando le storie di cinque Strane Straniere

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Dietro alle nuove traiettorie del documentario italiano, Elisa Amoruso si prende nuovamente l’onere di raccontare l’Italia dei margini e dei confini, dissotterrando le storie di cinque strane straniere. Ana è croata ed è arrivata a Roma per studiare architettura. Nella fila per chiedere il permesso di soggiorno conosce Ljuba, una sua coetanea serba con cui condivide l’amore per l’arte. Tra le due nasce immediatamente una grandissima amicizia. Radoslava, dalla Bulgaria ha seguito un uomo che l’ha portata sulle coste toscane. Abbandonata dal proprio compagno, il mare e la passione per la pesca l’hanno convinta a restare. Sihem, tunisina con un divorzio difficile alle spalle, ha invece deciso di aiutare le persone in difficoltà, straniere e italiane, attraverso la sua associazione. Sonia, infine, è arrivata a Roma per seguire un marito non troppo convinto e ha aperto uno dei ristoranti cinesi più famosi della capitale.

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Tratto da un importante lavoro dell’antropologa Maria Antonietta Mariani, co-autrice della sceneggiatura, Strane Straniere ha il coraggio di affrontare l’immigrazione, uno dei temi chiavi del dibattito socio-politico italiano, da un punto di vista diverso da quelli proposti dagli stanchi schieramenti ideologici. Al di là del buonismo di facciata o dell’ottuso manicheismo xenofobo, Elisa Amoruso, dopo l’esperienza di Fuoristrada, mette al centro del discorso la vita, la storia e i corpi di 5 donne, testimoni concrete di una realtà che va oltre la narrativa manieristica. Gli esempi delle protagoniste che, partite da situazioni svantaggiate di emarginazione e d’isolamento, hanno dimostrato con tenacia e abnegazione di volercela fare, sono immagini concrete di un femminismo che mostra la propria forza senza doverla gridare. Anche se l’impostazione della Amoruso richiama chiaramente la lezione di Gianfranco Rosi, la regista cerca di restare solo sulle parole delle donne, pronte con naturalezza e sincerità a raccontarsi e raccontare. I fallimenti, i dolori e i sogni di queste cinque straniere-italiane, diverse per estrazione e cultura ma identiche per coraggio, grazie al filtro del racconto della Amoruso, diventano, così,  capitoli di un discorso coerente e lucido, il piccolo messaggio da un Paese, nascosto, ma profondamente reale.


Regia: Elisa Amoruso
Distribuzione: Istituto Luce Cinecittà
Durata: 78′
Origine: Italia 2017

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