True Detective 2, episodio 2. Night finds you

Alla fine della seconda puntata siamo già davanti allo spietato bivio che ha costruito il poliziesco postmoderno degli ultimi 30 anni. Poche storie: a Los Angeles si vive e si muore

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È possibile avvicinarsi alla seconda puntata della nuova serie ideata da Nic Pizzolatto senza analizzare (e rivelare) il sorprendente finale? Lo shock è pazzesco. Un botto che di colpo ci mette già davanti allo spietato bivio che ha costruito il poliziesco postmoderno degli ultimi 30 anni: a Los Angeles si vive e – soprattutto – si muore.

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Lo sa bene Justin Lin che raccorda continuamente le tante storie parallele di questa seconda stagione con le notturne panoramiche aeree sulle autostrade illuminate della città. Molto friedkiniane appunto. Una scia di luci, vapori industriali, automobili e spazi toponomastici da conquistare o meglio ancora ri-conquistare dal boss Frank Semyon interpretato da Vince Vaughn, che si mangia tutta la prima parte dell’episodio con un monologo formidabile sulla sua infanzia.
Steso sul letto a guardare in alto le macchie del soffitto che diventano presagio di un impero che comincia a essere fiaccato dalle crepe melmose di un mondo senza luce. Frank Semyon prova subito a rilanciare la posta, a uscire dal buio del suo passato – la cantina piena di topi in cui il padre lo aveva rinchiuso – e da quello in cui l’assassinio del socio Caspere sembra averlo fatto ripiombare.
Ma non è facile ricominciare: la concorrenza del mercato è spietata e le indagini della polizia ancora in cerca di un movente, impantanate nelle morbose inclinazioni sessuali del defunto.

E poi c’è il detective Ray Velcoro (il miglior Colin Farrell da anni!) che sembra già esaurito, stanco, consunto dagli errori e forse già precocemente indirizzato verso una redenzione impossibile da inseguire nella notte. Già, la notte. Incontra metaforicamente ognuno di noi (spettatori, personaggi… a chi è rivolto il you del titolo?) almeno una volta nella vita e i protagonisti di questa seconda stagione ne sono ossessionati, la vivono sul proprio corpo e la attraversano come vampiri che si nutrono di luci al neon.
Capiamo così che questa volta immedesimarsi nei percorsi di questi true detective sarà più difficile, perché c’è più dolore.

In questo secondo episodio Pizzolatto e Lin amplificano – se possibile – la fatica di vivere e sopravvivere che già emergeva nella prima puntata di questa seconda stagione che forse sta già facendo storcere il naso a qualche nostalgico di esoterismo, serial killer e buddy movie. In realtà il passo è quello esteso, ramificato dell’hard boiled. Tra Chandler e James Ellroy, le traiettorie noir ci sono tutte.
Poche storie, qui si vive e si muore. Night finds you.

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    2 commenti

    • Era difficile annoiare lo spettare più che nella 1a puntata, questo è più che evidente. Ma incredibilmente ci sono riusciti.Non raccontato morte e dolore ma il nulla.4 indagini senza senso che portano a rivelare,tramite le spiegazioni dei protagonisti, solo i loro caratteri (come se lo spettatore avesse bisogno dei sottotitoli per capirli) tra l’altro già descritti, capiti e stracapiti nel primo episodio. Unico lato positivo e con il finale hanno iniziato a porre rimedio al vero errore.. il cast

    • Ah si,se a qualcuno interessa,ho scoperto chi è il corvo!gli hanno messo una bandana in faccia,ma l’ho sgamato.L’attenzione ai dettagli, ecco quello che manca.Date un occhiata all’orologio che si intravede uscire dalla manica del corvo,e fate caso alle scarpe elegantissime che porta un killer con una maschera del genere.Sospettavo fosse lui e così è.Nel tenente colombo l’assassino era il primo a vedersi,ma un mistero c’era sempre chi è la moglie del tenente?Pochi misteri in questo true detective