12/12/2001 – Omaggio a Tarkovskij a Trieste

con "Una giornata di Andrej Arsenevich" di
Chris Marker, Nostalghia e Tempo di viaggio

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INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER LA SCENEGGIATURA, CORSO ONLINE DAL 28 MAGGIO

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Teatro Miela, giovedì 13 dicembre, dalle ore 20.00

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CORSO IN PRESENZA MONTAGGIO AVID, DAL 9 MAGGIO

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"Il cinema, per me, non è una professione, è una morale. Che rispetto per rispettarmi." (A.Tarkovskij)

Andrej Tarkovskij può definirsi un uomo e un artista spaesato; era stato spaesato in casa, in Unione Sovietica, la sua carriera era infatti segnata da una serie di incomprensioni variamente diffuse: dagli ottusi divieti delle autorità sovietiche a far partecipare i suoi film ai festival internazionali (i suoi film uscivano dall'URSS con anni di ritardo), ai calcoli puramente economici della distribuzione (non è un regista da botteghino); continuò ad essere spaesato quando decise di non ritornare più in Unione Sovietica dopo aver girato, in Italia, il film Nostalghia: "Per loro io non esisto e con questo gesto pretendo che la mia esistenza sia riconosciuta."

Andrej Arsenevic Tarkovskij nasce il 4 aprile 1932 a Zavroz'e (Ivanovo) piccolo centro sulle rive del Volga; suo padre, Arsenij, era poeta e sua madre, Maria Ivanovna, attrice. Entrambi avrebbero collaborato ai suoi film. Durante il liceo studia pittura e continua a coltivare gli studi musicali iniziati in tenera età. Nel 1952 frequenta per due anni i corsi di arabo presso l'Istituto di Lingue Orientali che però abbandona prima del termine. Dal 1954 al 1956 lavora come geologo in Siberia. Di ritorno a Mosca si iscrive al V.G.I.K. (la principale scuola di cinema sovietica) dove segue, per quattro anni, i corsi di Mikhail Romm il cui insegnamento avrà grande influenza sul suo percorso artistico. Si diploma in regia nel '60 con il mediometraggio Il rullo compressore e il violino, sceneggiato con l'amico e il compagno di corso Andrej Michalkov-Koncalovskij (1°premio al Festival del film per studenti di New York). Sempre con Koncalovskij scrive L'infanzia di Ivan che vince il Leone d'oro alla Mostra di Venezia del 1962. Gli altri suoi film sono: Andrej Rublev (1966), Solaris (1972), Lo specchio (1974), Stalker (1979), Nostalghia (1983), Tempo di viaggio (1983), Offret/Sacrificatio (Sacrificio, 1986)
Tarkovskij muore a Parigi il 29 dicembre 1986.

Uno spaesamento sia dal punto di vista professionale che da quello umano rappresenta questa vicenda di un grande artista russo in esilio a cui S/paesati dedica questo breve ma intenso omaggio.

Une journée d'Andrej Arsenevitch (Una giornata di Andrej Arsenevich)
regia Chris Marker, Francia 2000, 55', vers.multilingue, sott.ingl.
Cinque anni dopo la decisione di Tarkovskij, di non ritornare in patria, le autorità sovietiche concedono a suo figlio il visto per espatriare e raggiungere il padre a Parigi, dove, ormai morente, è in procinto di ultimare il montaggio di Sacrificio. Le toccanti immagini di questo ricongiungimento si mescolano e si confondono con i ricordi della straordinaria opera cinematografica di Tarkovskij. La poetica e i temi favoriti dell'artista (la fede, il rapporto tra il cinema e la pittura, l'attraversamento dei confini, il tempo, le superfici liquide) vengono analizzati accostando tra loro sequenze tratte dai suoi celebri film e mettendoli a confronto con le reali esperienze di vita. Un importante documento è costituito dalle riprese effettuate sul set dell'ultimo film diretto da Tarkovskij: indimenticabile ritratto di un genio al lavoro.

Nostalghia
regia Andrej Tarkovskij, sceneggiatura A.Tarkovskij e Tonino Guerra, URSS – Italia 1983, 130', vers.ital.
"La Nostalghia non è un'emozione leggera e sorridente, come può essere per gli italiani. Non è un sentimento individuale, ma un qualcosa di più complesso e profondo che provano i russi quando sono all'estero. E' una malattia che toglie le forze dell'anima, la capacità di lavorare, il piacere di vivere. Io analizzo questa nostalghia mettendola a confronto con una storia concreta. Uno scrittore russo viene in Italia per una ricerca su un suo compatriota, un artista di cui si sono perse le tracce due secoli fa e incontra un professore italiano e una interprete bionda. Perché l'Italia? Perché è un paese che conosco, perché l'arte italiana mi aiuta capire me stesso La mia volontà e semplicemente quella di guardare un russo che viene in Italia e scopre sentimenti inattesi che lo riguardano. Quest'uomo non capisce il perché delle barriere tra i paesi, non accetta le artificiali convenzioni che vogliono rendere diversi tra di loro gli uomini. E tuto ciò gli provoca naturalmente atroce sofferenza."

Tempo di viaggio
regia Andrej Tarkovskij, sceneggiatura Tonino Guerra, Italia, 1983, 65', vers. ital.
Unico documentario realizzato da Tarkovskij, un work in progress girato assieme al poeta Tonino Guerra durante i sopralluoghi in preparazione di Nostalghia. Tarkovskij si lascia guidare da Guerra, si abbandona al viaggio, ma nel contempo progetta in controluce il suo autoritratto in "esilio", finché, giunto a Bagno Vignoni, ritrova arie e nebbie che può sentire come volto della propria, intima patria.

ingresso: L. 10.000

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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