2/3/2004 – Perchè non guardi?

Michelangelo Antonioni su Michelangelo Buonarroti

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Sarà presentato a Cannes, assieme all'ultimo film Eros, un documentario di Antonioni prodotto dall'Istituto Luce: Lo sguardo di Michelangelo. Protagonisti saranno il regista stesso ed una delle statue più celebri al mondo, il Mosè, creazione di un altro famoso Michelangelo, facente parte del complesso della tomba di Giulio II e custodita a Roma nella chiesa di S. Pietro in Vincoli. L'occasione è stata fornita dal lungo lavoro di restauro del monumento che presto verrà riportato al suo antico splendore. L'omaggio di Antonioni a Buonarroti sarà accompagnato anche da una serie di ritratti fotografici di Helmut Newton e da una Suite for Moses composta da Michael Nyman.
"Convincere Michelangelo a dire sì a questa  nuova avventura non è stato facile"- racconta Enrica Fico, moglie-collaboratrice-voce del regista -. "No grazie, è stata la sua prima risposta. Ma io sono testarda e ho insistito: prima di decidere, andiamo a rivederlo". "Queste immagini sono costate a Michelangelo un anno e mezzo di lavoro – prosegue la Fico -. Abbacinato dalla bellezza della statua, impressionato dai mille significati religiosi, politici, psicoanalitici del personaggio Mosè, Antonioni ha stabilito con quello straordinario monumento un legame speciale, fatto di attenzione ed emozione. Una partecipazione così intensa che, man mano che lui girava, a sua insaputa, abbiamo cominciato a rubargli qualche immagine. Le sue mani, che sfioravano con leggerezza pensosa i drappeggi della veste di Mosè, ci colpirono. Le sue mani antiche posate su quel marmo erano bellissime".
Inevitabile è stato l'ingresso in scena come attore. "Naturalmente ha voluto rigirare quelle scene lui stesso, secondo le regole del suo cinema, come avrebbe fatto per un altro attore – precisa la moglie -. Un ruolo muto in un film che parla solo con immagini e musica. Un brano di Nyman all'inizio, poi il Magnificat di Palestrina, e in chiusura, probabilmente, un brano dodecafonico". Una meditazione tra la vita e la morte, tra l'umano e il divino, tra giochi di sguardi e di luce: "Un intreccio coinvolgente: è come se il Buonarroti andasse a ritrovarsi attraverso un artista d'oggi".

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