"Nei miei film le donne battono sempre gli uomini, mai incontrato una donna che avesse qualcosa da ridire". Così si presentava Russ Meyer, il più rivoluzionario dei registi "estremi" americani, soprannominato "The Fellini of the sex-industry", scomparso sabato scorso nella sua casa di Hollywood, all'età di 82 anni.  Meyer soffriva da anni di demenza senile ed è morto per le complicazioni di una polmonite. La notizia della scomparsa del regista è stata resa nota da Janice Cowart, portavoce della RM Films InternationalInc., la compagnia produttrice creata dallo stesso Meyer. 

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Nato a Oakland il 21 marzo1922 Russell Albion Meyer, figlio di un poliziotto, entra nell'esercito nel 1942 e durante la Seconda Guerra Mondiale filma diverse battaglie in Europa. Dopo la guerra diventa fotografo professionista con il primo reportage di nudo apparso sulle pagine centrali di Playboy. La modella, Eve diverrà poco dopo sua moglie. Debutta al cinema nel 1959 con The Immoral Mr.Teas, il primo "nudie" americano (ovvero soft-core).  Poi tra il 1964 eil 1965 vive il suo  periodo "gotico" con dei bianco e nero fulminanti come  Lorna, Mudhoney, MotorPsycho e Faster Pussycat! Kill! Kill!.
Fra gli anni 60 e dei primi 70, sfonda nella cinematografia internazionale con opere come Motorpsycho!, I sette minuti che contano, Carne cruda e Supervixens. Dopo che Vixen incassa 6 milioni di dollari dal 1970 lavora sotto contratto alla 20th Century Fox, per cui gira Beyond the valley of the dolls, sequel delirante di La valle delle bambole, che diventa in breve tempo più popolare dell'originale.

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