Al Gabinetto "G.P.Vieusseux", l' istituzione culturale fiorentina, si tiene oggi venerdì 24 gennaio 2003 (sala Ferri di Palazzo Strozzi, ore 17.30) la presentazione di Scrittori al cinema (Firenze, Edizioni Cadmo, pp. 186, euro 13,00), la raccolta postuma di saggi, articoli giornalistici e interviste di Giovani Grazzini su vari aspetti del rapporto tra parola e immagine nel Novecento. Scomparso nell' agosto del 2001, Grazzini ha fatto in tempo a rivedere, selezionare e ordinare nel libro le sue riflessioni intorno al legame di collaborazione-competizione tra scrittura e pellicola, svolte nel corso di una lunga esperienza professionale. Critico cinematografico del "Corriere della sera" dal 1962 al 1990 (fu in seguito al "Messaggero"), fondatore dal Sindacato Critici Cinematografici, Presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia e in seguito dell' Ente Cinema-Cineccittà Holding, Grazzini ha avuto modo di conoscere il film sotto i più diversi aspetti: non solo come opera d'arte, ma anche come specchio sociale, veicolo d'ideologie, prodotto industriale. Nel libro pubblicato da Cadmo, con prefazione di Dacia Maraini, si nega la possibilità di una teoria generale delle somiglianze e divergenze tra il linguaggio verbale e quello dell'immagine in movimento. E' comunque possibile affermare che la letteratura ha una carica evocativa e narra dall'esterno, mentre la fascinazione del cinema si realizza rappresentando nel presente. I diversi modi ed esiti dell'incontro-scontro tra parola e visione sono poi esaminati in una varietà di esperienze individuali. Abbiano collaborato alla realizzazione di film o lasciato semplice traccia della loro passione di spettatori, autori quali Campana, Pirandello, Cecchi, Cocteau, Montale, Flaiano, Borges, Moravia, Calvino, Magris, Puig sono tutti presi in esame da Grazzini; e il critico ne fa gli interlocutori virtuali o reali di Chaplin, Hitchcock, De Sica, Visconti, Fellini, Antonioni, Pasolini, Zurlini. Scrittori al cinema sarà presentato al Vieusseux da Cristina Bragaglia, Roberto Fedi e Fabio Canessa, due docenti universitari e un critico militante a metà strada tra pagina e schermo.

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