6/2/2006 – Gli obiettivi dell'API

I produttori indipendenti hanno un'idea di riforma del cinema…

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"I produttori italiani sono i primi a non volere un cinema deciso e finanziato dallo Stato, a garanzia della libertà dell'autore e dell'indipendenza dell'imprenditore. Ma questo è possibile solo in un mercato libero da monopoli e oligopoli, regolato da forme automatiche di sostegno e programmazione che tutelino il prodotto nazionale ed europeo". Così dichiara l'Api, Autori e produttori indipendenti, in un documento pubblicato sul Giornale dello Spettacolo, che analizza la situazione dell'industria cinematografica e traccia le linee di intervento dell'associazione.

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"Un primissimo passo importante e una dimostrazione di buona volontà sarebbero rappresentati – secondo l'Api – dall'impegno da parte delle reti generaliste ad aumentare il numero di film europei programmati in prima e seconda serata", oltre ad una maggior apertura al regime di coproduzione finanziaria con gli altri paesi europei.


Gli ultimi tagli al Fondo unico dello spettacolo (Fus), la sospensione del premio di qualità, l'assenza del ministro Buttiglione alla Conferenza Stato – Regioni, ritardando così la nomina delle commissioni cinema, sono per l'Api "l'ultima dimostrazione, in ordine di tempo, di quanto sia necessario affrancare dalla politica il finanziamento all'industria cinematografica in tutti i suoi aspetti". La via indicata è quella di una "riforma di sistema che regoli tutti gli aspetti dell'industria dell'audiovisivo", svincoli i fondi per il cinema dal Fus; istituisca un fondo di sostegno presso il Centro Nazionale dell'Audiovisivo che assegni, prevalentemente in modo automatico i finanziamenti all'industria; stabilisca come finanziare questo fondo attraverso prelievi automatici alla fonte per tutta la catena di fruizione del prodotto cinematografico.


In attesa che la riforma si realizzi, autori e produttori indipendenti indicano alcuni "obiettivi intermedi" e cioè: rinegoziare con Sky l'accordo per l'acquisizione dei film italiani; definire con i nuovi mezzi di fruizione prodotto cinematografico (internet, telefonia, trasmissione digitale via etere, ecc.) "regole chiare, sia per il prelievo automatico, che per la cessione dei diritti e per le finestre di emissione"; ridefinire con le televisioni generaliste sia il sistema del prelievo sia gli investimenti minimi nella produzione cinematografica; decidere le caratteristiche delle società di produzione indipendente e limitare solo a queste l'accesso ai fondi pubblici.

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