6/2/2007 – Di Carlo e l'Africa alla Casa del Cinema
A Roma due documentari e l'introvabile "Per questa notte"
Alla Casa del Cinema (per informazioni: www.casadelcinema.it) due appuntamenti con il cinema che riflette sull'attualità:
MARTEDI 6 FEBBRAIO
SALA DELUXE ore 15.00
ItaliaDoc – Afric / AMREF
a cura di Maurizio Di Rienzo
THIS IS MY SISTER
di Giovanni Piperno (2006, 62')
Kenia. Jane, una madre benestante e suo figlio Alvin sono entrambi sieropositivi. Quando Alvin si ammala Jane perde il lavoro e la speranza. Ma Jane ha una sorella, Martha, una donna dalla risata contagiosa e con un sogno: aprire un salone da parrucchiera.
AFRICAN SPELLING BOOK
di Angelo Loy (2006, 60' )
Il Sillabario Africano è composto da una serie di brevi documentari scritti, narrati e filmati da un gruppo di ottanta ragazzi e ragazze che vivono negli slums di Nairobi. Rappresenta il loro sguardo – incantato, ironico, crudele, conciliatorio, mai scontato – sul mondo che li circonda. E' una tappa di un progetto ancora in corso, cominciato nel 2001 e che ha l'obiettivo di creare con i ragazzi una televisione di strada nella periferia orientale della città.
A seguire: incontro con gli autori
MERCOLEDI 7 FEBBRAIO
SALA DELUXE ore 15.00
PER QUESTA NOTTE
di Carlo Di Carlo
Italia, 1977, 100'
Intervengono: Carlo Di Carlo, Luciano Tovoli (direttore della fotografia), Callisto Cosulich, Paolo D'Agostini e gli attori Francesco Carnelutti, Adalberto Maria Merli, Sara Franchetti
Il film, realizzato nel 1976, recuperato oggi dalla Casa del cinema e introvabile perchè mai editato nè su cassetta nè su dvd, potrebbe apparire, visto o rivisto con gli occhi di oggi, una metafora e un' anticipazione inquietante degli anni cruciali del nostro paese, dal 1977 in poi. Alla base del film c'è la trasposizione del romanzo omonimo di Juan Carlos Onetti, con Borges – uno dei padri della letteratura latino-americana.
Ossorio, capo di una rivoluzione ormai fallita, dalla sua base al Nord scende nella capitale ove la repressione infuria: la casa del Partito è assediata e difesa da Martins; Barcala, rivoluzionario fuggiasco sta nascosto con le armi in pugno in una casa diroccata; Morasan, capo della Polizia Politica, continua nei rastrellamenti ma s'avvede di essere a propria volta condannato dai militari che hanno preso il potere. Ossario avvicina Irene per ricevere i biglietti e imbarcarsi verso lidi più sicuri ma non li riceve. Braccato, cerca rifugio da Barcala (che denuncerà a Morasan per telefono) poi da Farla e quindi da Ganosky e dalla signora Rosa. Qui giunge con Anna la figlia che Barcala ha affidato alla sua protezione invano: colpita nella notte la fanciulla muore. Barcala è stato ucciso; la Casa del Partito è stata conquistata. Morasan ha ucciso la moglie e si è suicidato. Ossorio, che è riuscito ad avere i biglietti d'i mbarco da Barcala, corre verso il porto e viene raggiunto dai colpi di invisibili cecchini e cade davanti a un mare livido, ma aperto all'orizzonte.