9/7/2001- Pornostar imbottite di viagra per film sempre più hard

L'industria del cinema a luci rosse ricorre alla pillola blu: prestazioni migliori dagli attori e meno pause durante le riprese
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– Negli Usa l'industria del cinema pornografico ha scoperto il Viagra e ne sfrutta le caratteristiche terapeutiche per accorciare i tempi di produzione delle pellicole, allungando la durata delle prestazioni dei protagonisti maschili e riducendo le pause tra l'una e l'altra. Non è una panzana da riviste da supermercato. Lo conferma Marci Hirsch, proprietaria di una delle più importanti case di produzione specializzata in film pornografici di tutta la California: "Quelli di Hollywood, girano un film 'vero' impiegandoci mesi. Noi in tre giorni dobbiamo avere finito. E i ritardi costano: noi lavoriamo a basso budget (dai 5.000 ai 30.000 dollari a soggetto) e se l'attore non è reattivo, rischiamo di perdere parecchi soldi".

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Gli attori si adeguano, anche perchè a fare la parte del leone, nei contratti per queste produzioni 'particolari', sono le donne, mentre gli uomini che vi recitano non sono in posizione di forza. Sono, infatti, migliaia a voler intraprendere la carriera di pornostar e la concorrenza non lascia spazio a battute a vuoto.

Così il ricorso al Viagra, che pure dovrebbe essere venduto e utilizzato solo su ricetta medica, ha preso piede sui set, tanto da diventare un vero e proprio strumento di produzione, come la cinepresa o le luci. "Quando non riesci ad avere un'erezione, nessuno ti dà la pastiglietta. Ci pensi tu direttamente: se non lo fai, il regista la volta dopo non ti chiamerà più – racconta Tyce Bune, quarant'anni e ancora capace di essere un attore porno di prima fila – Io la prendo e non ne faccio mistero. Non fa di me un uomo peggiore, o migliore: mi permette di lavorare".

I costi per la salute, però, potrebbero essere drammatici. La casa farmaceutica che produce il Viagra ha ufficialmente sconsigliato l'utilizzo del farmaco in dosi massicce e invita chi lo usa ad attenersi alle istruzioni.

"Dare il viagra agli attori del porno – spiega una fonte della casa farmaceutica – è come dare l'ormone della crescita ad un bambino che non ha problemi di crescita": non è utile e, anzi, fa male.

Nel 2000 negli Usa sono state vendute pastiglie blu per curare i problemi di erezione di oltre trenta milioni di americani. Ma gli attori del porno non sono fra questi.

"Io considero il viagra – dichiara Michael McCormick, presidente di una casa di produzione a luci rosse – come uno strumento che mi facilita il lavoro" e lo rende meno costoso e, quindi, più redditizio. Anche i ritmi di lavoro quasi impossibili, con cinque scene al giorno per magari cinque giorni di seguito, inducono a ricorrere al medicinale.

Cheyene Collins, attore, ammette: "A volte capita di dovere recitare anche in condizioni di scarsa energia, magari sei indisposto o dell'umore sbagliato. La pillola aiuta a uscire da spiacevoli situazioni. Una volta, se giravamo due scene al giorno erano tante; ora, ne facciamo molte di più".

Ma ci sono anche gli attori puri e duri, gli 'uomini veri', i 'super' del porno che non usano il medicinale e che fieri della loro virilità stuzzicano i colleghi: "Il viagra è roba per i dilettanti – si fa bello Ron Jeremy, apparso in 1.700 film in 23 anni – Io rifiuto di prendere qualsiasi pillola. Magari, a volte, mi capita di avere bisogno di avere un pò di tempo per entrare nella parte, ma se mi vogliono possono aspettare qualche minuto. Nessuna vera star usa il viagra".

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