Hemingway: un doc e un album rievocano i luoghi della sua vita

Uscito per l’etichetta In a Circle Records di Johnny Gandelsman, il disco raccoglie i brani della colonna sonora della docu-fiction Ken Burns e Lynn Novick

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Il 5 aprile è uscito sulla piattaforma americana pbs.org il nuovo documentario di Ken Burns e Lynn Novick dedicato ad Ernest Hemingway. Diviso in tre episodi, per un totale di sei ore, il progetto esplora il lavoro e la vita dello scrittore americano tra mito e realtà, cercando di tracciare un fil rouge che attraversa tutta l’esistenza di Hemingway, la partecipazione come volontario alla Prima Guerra Mondiale e la Guerra Civile Spagnola poi, le relazioni turbolente e i successi letterari, intrecciando nomi, luoghi e scritti iconici, a partire da Fiesta, passando per la consacrazione avvenuta con Addio alle armi, fino alla pubblicazione de Il vecchio e il mare, per concludersi con il ritiro a Cuba e i primi segnali di instabilità mentale. Ma non è tanto la narrazione portata avanti dalla docu-serie, non ancora disponibile in Italia, il vero focus di interesse, quanto la sua colonna sonora, curata dal violinista e produttore musicale Johnny Gandelsman. Il musicista, membro dei gruppi alternativi Brooklyn Rider e Silk Road Ensemble di Yo-Yo Ma, aveva già collaborato con Burns e Novick alle musiche del film The Vietnamn War e nel 2016 ha vinto un Grammy con l’album Sing Me Home.

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Per la colonna sonora di Hemingway Gandelsman ha coinvolto altri sei musicisti: il pianista David Cieri, Jeremy de Jesus al flauto contralto, il percussionista Matthias Kunzli, il violoncellista Michael Nicholas, Shanir Blumenkranz al basso e all’oud e alla chitarra Gyan Riley. Questi ultimi due, insieme a Gandelsman, sono tra i principali esponenti della nuova scena jazz newyorchese e Riley è figlio del compositore Terry, considerato il padre della musica minimalista. Grazie a questo variegato ensemble strumentale, la colonna sonora di Hemingway riesce a rievocare attraverso sottili sfumature i luoghi più rappresentativi della vita dello scrittore, vissuto tra Stati Uniti, Spagna, Parigi e Cuba.

Gandelsman ha dichiarato che durante la realizzazione del documentario Burns, Novick e la produttrice Sarah Botstein usavano delle tracce temporanee per contrassegnare i luoghi, a cui lui poi ha fatto riferimento per cercare di ricreare le stesse atmosfere. I nove brani sono nati da un mix d’improvvisazione ed estro artistico dei singoli musicisti e registrati solo dopo tre prove, per essere poi raccolti in un unico album, uscito il 26 marzo per l’etichetta In a Circle Records, fondata dallo stesso Gandelsman. La musica è stata creata separatamente rispetto alla parte narrativa, motivo per cui i pezzi sono in grado di reggersi da soli, riuscendo allo stesso tempo a mantenere una coerenza d’insieme. Si passa così dalle arene iberiche della corrida con El Torito di Gyan Riley alle suggestioni dei café parigini degli anni ‘20 rievocati attraverso il valzer Flor De Mayo, fino al respiro amaro dei sigari mischiati al rum che trascina con sé il brano Un Gitanito en La Habana, oltre alle tracce Garden of Eden e Le Plenitud, nate dalla sinergia di tutti i musicisti.

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