"Uomini e donne" di Bart Freundlich

Una mera registrazione della realtà in cui però tutto arriva al momento giusto, una New York di rara discrezione che non dice la realtà emotiva multidirezionale nel nuovo secolo. Sullo sfondo nevrosi senza spessore. E' il post-Allen? No, grazie. Se scegliessimo noi il titolo del film, sarebbe sorprendentemente simile all'originale…

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Una mera registrazione della realtà, con attori sotto tono (per realismo?) e lo sguardo fisso sul campo/controcampo. Forse per essere innovativo Uomini e donne aveva bisogno di più grinta, di più nero. Loro invece sono belli, colti e intelligenti. E tutto – la musica, le battute – arriva al momento giusto in una New York di rara discrezione, di sfondo anonimo che non dice la realtà multidirezionale della sfera emotiva/sessuale nel nuovo secolo.

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Forse il film di Freundlich voleva essere conservatore. Ma – senza considerare il fatto che non riesce a colpire davvero, neanche con gli elementi che la regia avrà immaginato condivisibili (i caratteri, la noia, le crisi, il gioco micidiale delle aspettative) – la domanda allora è: se Uomini e donne tende al realismo e si limita a registrare il trend, allora perché sceglie un finale di cartapesta, che diremmo da sogno americano se non fosse così soffocante nella sua patina dorata, palesemente finto quanto la scenografia (il teatro)? Magari era qualcosa di livello meta- … qualcuno nel coro si chiede se i protagonisti non stiano recitando, la diva dopo lo spettacolo tira sul palco con un bastone 'quella mezza tacca' del marito fedifrago, dichiarazioni d'amore definitive e declamate, baci plateali e applauso finale…Ecco dove il film poteva veramente prendersi in giro, suggerire un ghigno (e non la facile, per quanto gradita, risata delle battute sul sesso): la sceneggiatura e il contesto della scena gliene davano la possibilità. Solo che poi c'è il matrimonio vero, la gravidanza vera! Forse perché le intenzioni erano effettivamente buone, come gli indizi disseminati nello script: due protagonisti su quattro finiscono a scrivere libri per bambini, i ruoli di marito/padre e moglie/madre vengono messi al centro, i tentativi di tradimento o di nuova storia falliscono, telefonati, a priori. Scivoliamo nella relazione da cioccolatino con la scena della pizza tra Tom e Tobey (David Duchovny e Billy Crudup); sullo sfondo nevrosi che non danno spessore e sedute psicoanalitiche che risultano immotivate. E' il post-Allen? No, grazie.

Titolo originale: Trust the man


Regia: Bart Freundlich


Interpreti: David Duchovny, Julianne Moore, Maggie Gyllenhaal, Scott Sowers, Billy Crudup, Garry Shandling


Distribuzione: Moviemax


Durata: 103'


Origine: USA, 2005

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