18/1/2008 – I nuovi film di Argento, Bellocchio, Martone

Torino capitale dell'horror italiano. GALLERIA FOTOGRAFICA

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Asia Argento - Dario Argento - Vincent Gallo - Ray LiottaGià da qualche tempo tra i siti di informazione e i forum degli appassionati si vociferava del prossimo progetto di Dario Argento dopo La Terza Madre: la notizia viene riportata adesso anche da diversi siti internazionali tra cui Variety. Giallo, questo il titolo provvisorio, segnerebbe il ritorno di Argento allo slasher-thriller e alle location torinesi, con la storia di un investigatore (Ray Liotta) a caccia di un serial killer (Vincent Gallo) e la presenza nel cast della figlia Asia. Le riprese, in lingua inglese, inizierebbero a Febbraio nel capoluogo piemontese con la sceneggiatura di Jim Agnew e Sean Keller (che in coppia hanno scritto anche Damned, horror di Alexander Soskin in uscita nel 2008). La produzione dovrebbe essere italoamericana (la Opera Film Stefano Bessoni sul set di Imago Mortis

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di Claudio e Dario Argento alla produzione esecutiva, la Arramis Films di Los Angeles e il supporto della Piemonte Film Commission) e l’uscita in sala sarebbe prevista per la fine dell’anno. 
Torino è stata scelta come set a partire da Gennaio 2008, tra gli altri, anche da Stefano Bessoni, già disegnatore, fotografo e collaboratore di Pupi Avati, per il suo lungometraggio d’esordio, definito “una ghost story espressionista”: Imago Mortis, con Geraldine Chaplin, coproduzione italiana, spagnola e irlandese; da Francesco Munzi (Saimir) per La Notte, con Sandra Ceccarelli, prodotto dalla romana Bianca Film; e da Maria Sole Tognazzi (Passato prossimo) per L’uomo che ama, con Pierfrancesco Favino e Monica Bellucci (protagonista accanto a Luca Zingaretti anche di Sangue Pazzo di Marco Tullio Giordana, sempre girato, in parte, a Torino, storia di due attori teatrali d’epoca fascista). 
Tra marzo e aprile sono previste le riprese, ancora a Torino, di Noi credevamo di Mario Martone, con Luigi Lo Cascio, prodotto da Rai Cinema e Feltrinelli, e di Vincere di Marco Bellocchio, centrato sulla figura di Ida Dalser, amante del Duce, che rivendicava di essere stata sua moglie e madre del suo primogenito.

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