#Venezia72 – È il Vasco-Day. Ma il suo decalogo delude

Mentre i fan sono fuori ad aspettarlo, la rockstar esce ridimensionato da un documentario che, per catturare la sua anima e il suo pensiero, avrebbe avuto bisogno di più tempo

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Ci sono già numerosi fans fuori la Sala Grande da oggi pomeriggio per l’arrivo diVasco Rossi al Lido. La rockstar emiliana è infatti il protagonista di Il Decalogo di Vasco di Fabio Masi che sarà proiettato questa sera alle 21.00 e alle 23.30 alla sala Darsena e trasmesso su Rai 3 il prossimo 26 settembre.

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Vasco Rossi e il cinema hanno una collaborazione da più di 30 anni. Dalla collaborazione alla colonna sonora di alcuni film (Acqua e sapone di Verdone) alla presenza di alcuni suoi celebri brani in film di successo e d’autore (Vita spericolata in Vacanze di Natale dei Vanzina, Anima fragile in La nostra vita di Luchetti, Un senso in Non ti muovere di Castellitto) al film sul gruppo di adolescenti che erano suoi fans accaniti (Ciao ma’ di Giandomenico Curi del 1988) fino al bel documentario Questa storia qua che venne presentato proprio qui a Venezia nel 2011 fuori concorso, c’è un filo rosso ininterrotto che lega la sua musica con il grande schermo.

attesa per vasco rossi davanti al palazzo del cinemaForse proprio per il fatto che i suoi brani sono tra quelli più cinematografici che Il decalogo di Vasco si rivela una grande delusione. Già dal titolo, la sua filosofia è divisa in 10 capitoli, collegati dal viaggio di due silenziosi compagni con la sagoma del cantante che si trova ne sedile posteriore dell’auto. Il paesaggio, geografico e  spirituale, cambia sotto i suoi occhi. E si passa dalle immagini delle lezioni/laboratorio di Bologna, al ritiro nei luoghi segreti della Puglia, dalla soggettiva sul palco nel Live Kom 2015 di Bari fino all’anteprima del videoclip Quante volte contenuto nell’album Sono innocente che esce proprio questo mese.

il decalogo di vascoGli altri brani famosi sono come accennati dalle note. Come un flusso di coscienza, dove riprendono forma le note di alcune sue canzoni come per esempio Anima fragile, Brava Giulia o Sally. I 60 minuti celebrativi però, per la prima volta, congelano la sua icona. La Vascologia esce fuori come un’icona predicatrice e il suo pensiero catturato in frasi come “La distruzione dei valori della nostra società è stata fatta dalla pubblicità” o “L’inconscio è la parte più importante e potente che abbiamo”.

Un film sull’anima di Vasco che viene privato proprio della sua anima. Anche se ripreso spesso in primissimo piano, sembra più la creazione di un effetto digitale. Come quando guarda in macchina, con la luce addosso, in cui può esserci una caricaturale associazione con il Michael Keaton di Birdman. La sua musica resta in ombra, tranne il video promozionale del finale. Inoltre, pur avendo il privilegio di essere sul palco con lui, il film nega clamorosamente il brivido della vista sul pubblico.

Forse, per un progetto del genere, occorreva una durata decisamente maggiore. Un film in poiù puntate. Così, anche 60 minuti sembrano anche troppi.

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