Anselm, di Wim Wenders

Il documentario sulla figura del pittore e scultore tedesco Anselm Kiefer è insieme affascinante e artificiale e non ha la spinta di Pina o Buena Vista Social Club. Séances Spéciales

--------------------------------------------------------------
INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER LA SCENEGGIATURA, CORSO ONLINE DAL 28 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

“Sono sempre rimasto colpito dall’immensa portata del suo lavoro che tocca storia, astronomia, filosofia, biologia, fisica e miti. Non ci sono limiti alla sua immaginazione. E come nessun altro, è in grado di integrare il ‘tempo” nel suo lavoro e rendere visibili le sue tracce”. Così Wim Wenders definisce l’opera di Anselm Kiefer, il pittore e sculture tedesco. Anselm è una biografia della sua arte e s’immerge nel suo universo attraverso il 3D come aveva fatto con Pina. Se in Buena Vista Social Club restavano soprattutto le musiche che segnano i ritmi di Cuba, se in Pina i movimenti dell’arte, in Anselm invece, attraverso la figura dell’artista ci si immerge in un viaggio sospeso tra passato e presente, Storia e Mito, dagli archivi delle macerie agli atelier che diventano luoghi di creazione, anzi set in movimento, spazio sospeso tra cinema e pittura. Wenders fa entrare lo spettatore a Barjac ma anche a Palazzo Ducale a Venezia che ospita una sua esibizione. L’illusione è quella di trovarsi lì sul posto anche se non si è presenti fisicamente. Wenders viaggia attraverso il tempo in documentario che si costruisce per frammenti, che fa sentire le ‘voci di dentro’ come quella del poeta Paul Celan, che utilizza spesso uno schermo tv per creare sovrapposizioni visive simile a quelle di un’installazione artistica di Kiefer.

--------------------------------------------------------------
CORSO IN PRESENZA MONTAGGIO AVID, DAL 9 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Forse è un viaggio nell’arte e nella storia del secolo scorso. Più sperimentale e astratto, ma un omaggio anche più intellettualistico diviso tra l’universo dell’artista e quello dello stesso Wenders. Tra loro dialogano, s’intersecano ma restano anche distanti. Wenders lascia che sia l’opera di Anselm Kiefer e l’archivio ad essere in primo piano. Ma proprio per questo Anselm resta un lavoro affascinante e artificiale. Rispetto ad altri suoi documentari, l’arte prevale sulla vita. E qui anche sull’artista stesso. In attesa di vedere in concorso il nuovo film del regista tedesco, Perfect Days, Anselm rappresenta una tappa da definire e inquadrare dove l’arte di Kiefer arriva solo a ondate.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.7
Sending
Il voto dei lettori
3.5 (4 voti)
--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array