ANTEPRIME – L'America e il suo sogno: "Seabuiscuit"

Il cinema come racconto tra ricchezza visiva e sguardo retrò. “Seabiscuit” è un film che parla all'America dell'America, dei suoi miti, delle sue leggende, di quel profondo senso di appartenenza, del mito e delle sue radici; un luogo magico e reale dove il sogno può ancora avverarsi, un paradiso desolato, eppure ancora incontaminato

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In quel complesso labirinto di idee, di contraddizioni, di influenze, di posizioni che e' l'America, e' sempre difficile fare delle affermazioni perché si viene sempre contraddetti. Nell'America dello spettacolo tutto e' permesso, tutto e' possibile. Il mito del successo, della propria affermazione e' ancora intatto. Lo si vede ogni giorno leggendo i giornali, guardando la televisione, osservando la politica (oggi Arnold Schwarzenegger, candidato repubblicano come governatore della California; ieri Jesse Ventura , ex campione di wrestling e governatore del Minnesota dal 1998 al 2002). In America la conquista del successo e' un qualcosa di endemico, di patologico, di profondamente legato alla tradizione protestante. ("Io sono perché ho successo, io ho successo perché sono"). Non solo le star del cinema o della televisione, ma anche le persone comuni disposte a fare di tutto, e veramente di tutto nel programma di Howard Stern (far spogliare nuda la propria sorella, spogliarsi per farsi lanciare dei pomodori sul sedere, tanto per citare alcuni degli episodi della settimana scorsa. Naturalmente il sesso ha un fascino proibito nell'etica protestante. Far vedere un seno o un capezzolo, anche in film d'autore, equivale a corrompere l'innocenza (!) dello spettatore e si preferisce oscurare le parti proibite). I quindici minuti di fama sono alla portata di tutti che possono approfittarne per il piacere di un pubblico sempre affamato di emozioni e di "reality shows".

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     Seabiscuit di Gary Ross, in quest'atmosfera di glorificazione dello spettacolo e dell'auto affermazione, al contrario si e' caratterizzato per la sua patinata, sincera e gloriosa vicenda che ci riporta all'epoca della grande Depressione. Seabiscuit, (tratto dal libro di Laura Hillenbrand del 2001) racconta una storia gia vista, quella del successo, di un viaggio e dell'iniziazione, proponendo una vicenda sportiva che vede protagonista un cavallo da corsa e gli uomini che lo portano al successo facendolo diventare una delle leggende del secolo scorso ("nel 1938, in un anno drammatico, colui che faceva più notizia non era Franklin Roosevelt, ne' Adolf Hitler, non era neanche una persona, ma un cavallo") ma lo fa con raffinatezza e grazia, con candore e con un occhio meticoloso (le scene relative alle corse vere e proprie sono esaltanti e coinvolgenti).

   Lo sguardo retrò si concretizza con l'utilizzo di immagini dell'epoca con un graffiante bianco e nero che colpisce e ferisce, ma che allo stesso tempo esalta e forgia. Quei volti smarriti, ma orgogliosi, delusi e amareggiati, ma allo stesso tempo carichi di una profonda dignità umana.. Immagini di padri e di madri da rispettare e da ammirare perduti e poi ritrovati nella memoria.


   Seabiuscuit si trasforma in un modello da ammirare, da seguire, nell'America degli anni trenta, terra di nessuno, anche e soprattutto universo da esplorare, terra di conquista. La depressione non ha però fermato lo spirito indomito che viene incarnato nelle vicenda di Seabiscuit, eroe "popolare", modello vincente dell'immaginario collettivo.


    I vuoti (la morte del figlio di Charles Howard, la desolazione, la miseria della Depressione) si contrappongono alle immagini patinate e ricche di candore e di gloria.     Seabiscuit e' un film che parla all'America dell'America, dei suoi miti, delle sue leggende, di quel profondo senso di appartenenza, del mito e delle sue radici; un luogo magico e reale dove il sogno può ancora avverarsi, un paradiso desolato, eppure ancora incontaminato. Niente di nuovo fin qui. Il film trasmette con grande lucidità il racconto e i suoi personaggi seguendo la loro progressiva trasformazione dove la Storia si confonde con la storia del proprietario del cavallo (Jeff Bridges), quella dell'allenatore (Chris Cooper) e quella del fantino (Tobey Maguire). Un sogno da vivere insieme, con la mente e con il cuore, e con quella ingenuità che ci accompagna quando si spengono le luci e la magia ha inizio.


 


 


Regia: Gary Ross


Soggetto: dal libro omonimo di Laura Hillenbrand:


Musica: Randy Newman


Interpreti e personaggi: Tobey Maguire (Red Pollard), Jeff Bridges (Charle Howard), Chris Cooper (Tom Smith), William H. Macy (Tick Tock McGaughlin), Elizabeth Banks (Marcela Howard), Gary Stevens (George Woolf)

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