Arie di #Venezia73 (3)
Riprende dopo qualche anno la nostra rubrica dal Lido. Con aneddoti, situazioni, comportamenti, stravaganze rubate sul posto.
– Sono state vergognose le grida “Vergogna” e soprattutto ‘terun’ alla proiezione stampa di Piuma ieri mattina in Sala Darsena. Accoglienza che invece non si è ripetuta in Sala grande nella proiezione delle 11.30. Forse inizia ad esserci un problema davvero irrisolvibile per alcuni film italiani che vanno in concorso a Venezia. Forse non gli conviene starci. Ed è un peccato perché invece inserire una commedia tra i film in gara dovrebbe allargare gli orizzonti. Ricordiamo, prima di aquesta, anche un’altra ‘vergognosa accoglienza’, quella per Ovunque sei di Michele Placido del 2004. Forse se anche titoli come Scialla! di Francesco Bruni o Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, fossero andati in competizione alla Mostra avrebbero fatto una fine simile. Per fortuna per loro, hanno avuto un destino diverso.
– I cestini questi sconosciuti. Ben quattro secchioni davanti al Casinò, poi se ci si sposta verso l’Excelsior è veramente difficile trovare un cestino dove gettare la carta. Vicino al tabaccaio hanno improvvisato uno scatolone di cartone. Che però ha un bel design. Forse lo imitiamo per Roma.
– Prezzi imbattibili al Lido. Al chiosco vicino al Pala Biennale un panino costa 6 euro. Con una fetta di bresaola una, una di pomodoro una. Un’esperienza culinaria da Masterchef. Come in un ristorante di Cracco o Cannavacciuolo. Ovviamente per il costo.
– Le domande più ricorrenti in conferenza stampa: 1) allora, intanto complimenti, il film mi è piaciuto molto (e se c’è tempo, mi ha toccato profondamente e mi ha ricordato un episodio della mia infanzia). 2) avrei due domande (perché non una?). 3) “tavo riflettendo, il film mi ha fatto pensare che ci potevano essere parallelismi con X, in più lei ha analizzato questo tema Y. Sono bellissime recensioni in diretta. Ma la domanda?