"Basic Instict 2" di Micheal Caton-Jones
La carica sessuale, violenta, inquietante e ambigua della protagonista del primo capitolo, è qui una "femme fatale" del nuovo millennio senza forma, ridotta a immagine svuotata, svilita nei tratti e nei contenuti.
Ci sono film che ci appassionano e ci trascinano dentro al loro al loro universo; poi ci sono film onesti che ci lasciano indifferenti per le loro incompletezze o mancanze, poi ci sono film ci fanno arrabbiare per la loro superficialità e grossolanità. Basic Instinct 2 non appartiene a nessuna di queste categorie: si tratta infatti semplicemente di un film inutile.
Che oltre a essere un'opera anomala (come sequel giunge a più di dieci anni di distanza) è insapore, incolore e irritante. Ed è normale che venga fatto il doveroso accostamento con il primo capitolo, perché questo sequel è un film senza qualità. La carica sessuale, violenta, inquietante e ambigua della protagonista del primo capitolo, è qui ridotta a una "femme fatale" del nuovo millennio senza forma, ridotta a immagine svuotata, svilita nei tratti e nei contenuti. La sua forza manipolatrice, il suo carisma, la sua sicurezza resistono all'età e al tempo, ma sono svuotati da ogni emozione e pulsione. Non c'è più nulla della provocazione, dell'ambiguità e del mistero di Catherine Tramell anni novanta (dove trionfano provocazioni e desideri proibiti e il coraggio di mostrarli) diretta da Paul Verhoeven. Lo sguardo voyeuristico del primo capitolo si trasforma nel film di Michael Caton-Jones, in un insopportabile e pedante gioco di ruoli e situazioni abbondantemente visto e rivisto. E se l'intenzione iniziale era quello di lanciare un chiaro intento provocatorio (con una bollente scena di sesso orale in macchina a piena velocità, dove thanatos finisce per inchinarsi a eros), Basic Instinct 2 prosegue su un binario morto, con una storia e dei personaggi assolutamente prevedibili e poco convincenti: da quello interpretato da Sharon Stone, che vive di un fascino non più suo ma che ha ereditato dalla lontana Catherine voerhoeveniana, a quello del dottor Glass (David Morrissey), psichiatra che non sarà mai all'altezza del confronto con la donna. L'intera vicenda mostra un'umanità, inaridita e desolata, che ha sostituito le provocazioni morali del decennio passato con uno svuotamento interiore dove il sesso stanca e la seduzione annoia.
Titolo originale: Id.
Regia: Michael Caton-Jones
Interpreti: Sharon Stone, David Morrisey, David Thewlis, Charlotte Rampling
Distribuzione: Warner Bros.
Durata:
Origine: USA, 2005