BLOG – Il corpo collegato, l’ultima frontiera

Google Glass

Uno dopo l’altro ci arrivano segnali forti che indicano che se l’esperienza touch non sparirà subito certo diventerà probabilmente meno centrale nel nostro modo di rapportarci alla tecnologia. E, incredibilmente, sembra invece indirizzarsi verso i nostri occhi. Dal “touch” si passerà al “I see you (You see me?)?  Dal Blog DIGIMON(DI) di Federico Chiacchiari

--------------------------------------------------------------
INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER LA SCENEGGIATURA, CORSO ONLINE DAL 28 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

C’è una foto che sta girando in questi giorni che, pur essendo tendenzialmente “falsa” (nel senso che mette a confronto situazioni differenti) riesce però in un colpo d’occhio a rappresentare il cambiamento

--------------------------------------------------------------
CORSO IN PRESENZA MONTAGGIO AVID, DAL 9 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

2005 - 2013

Cosa ci racconta la foto? Da una parte come si possano manipolare facilmente le immagini per un uso “concettuale” (entrambe si riferiscono a momenti importanti della Chiesa, ma la prima era ai funerali di Papa Giovanni Paolo II, mentre la seconda alla sera dell’elezione di Papa Francesco), ma nello stesso tempo, anche, di come sia cambiato il modo di vivere e comunicare gli eventi nell’”era dell’i-Phone”. Ci sono altre foto, con angolazioni diverse, che mostrano come anche nel 2005 la folla era lì a fotografare l’evento. Quello che è cambiato è il dispositivo. Oggi tutti fotografano con uno smartphone o un tablet. Oggi tutti possono condividere in rete immediatamente le loro foto e riprese. Non basta dunque vivere l’esperienza dell’evento, nè più solo fotografarla. Oggi vogliamo immediatamente condividere in tempo reale quella nostra esperienza con gli altri.

Siamo cambiati molto, in soli sette-otto anni. La tecnologia “touch” è dilagata in pochissimo tempo da un’esperienza che sembrava fatta solo per i “nativi digitali” (i primi i-Pod) a degli oggetti che oggi chiunque può facilmente e comodamente utilizzare.  Da “scatta e ricorda”, siamo passati a “tocca e condividi”.  E l’esperienza touch sembra quasi essere la quintessenza dell’era digitale, forse proprio perché si ricollega alla manualità, al ritorno del dito come elemento forte di espansione della nostra comunicazione.

Eppure…. Sta già cambiando (ancora) tutto.

Google Glass

Uno dopo l’altro ci arrivano segnali forti che indicano che se l’esperienza touch non sparirà subito certo diventerà probabilmente meno centrale nel nostro modo di rapportarci alla tecnologia.

E, incredibilmente, sembra invece indirizzarsi verso i nostri occhi. E’ il nostro sguardo che, presto, diventerà il connettore delle nostre comunicazioni digitali.

 

PROSEGUI LA LETTURA SUL BLOG DIGIMON(DI) di Federico Chiacchiari

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array

    2 commenti

    • Spero che non sia così vero quello che scrivi, altrimenti saremmo già finiti come esseri umani.

    • caro @Sirio49 l'umanità non è mai finita dopo ogni innovazione tecnologica, anche se c'è sempre stato qualcuno che ne prevedeva la scomparsa. Si può convivere pacificamente con l'idea che i nostri corpi umani utilizzino "macchine" (lo facciamo da secoli), fuori e dentro di noi. Con buona pace degli apocalittici.