L'esordiente "cittadella" del regista hollywoodiano d'origini indiane per poco non è stata espugnata dalle morbide geometrie danzanti di Shall we dance?. Poco male, perché niente può oscurare il masterpiece di un regista, neanche un'eventuale indifferenza dei botteghini (Uno, due, tre! di Wilder, con la sua prodigiosa e antesignana modernità, ne fu un esempio poco eclatante quanto efficace). Intanto il pubblico continua ad accordare una leggera preferenza in più al bel Io, robot rispetto al bellissimo Collateral, e l'uscita di scena dell'Italia con Se devo essere sincera coincide col passaggio di testimone al vanzianiano In questo mondo di ladri che sopravanza addirittura l'Almodovar de La mala educatión, che in ben quattro settimane ha totalizzato poco più delle due prime "teste di serie", appena uscite in sala. Sul fatto poi che Garfield: il film non solo non si decida a farsi catturare dall' "accalappiatore", ma lasci per giunta in ultima posizione il delicato Les choristes – I ragazzi del coro, tacciamo, per manifesta incomprensione.

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