BRASILE 2014 – Un Dio verdeoro

Una traversa benedetta dal Dio verdeoro. Poteva essere la peggiore disfatta della storia (calcistica) del Brasile, si è trasformata invece nel più grande spettacolo del Mondiale dei Mondiali, come ripete ogni telecronista Sky in un mantra che ormai ha inevitabilmente contagiato la mente dello spettatore salottiero

--------------------------------------------------------------
INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER LA SCENEGGIATURA, CORSO ONLINE DAL 28 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Una traversa benedetta dal Dio verdeoro. Poteva essere la peggiore disfatta della storia (calcistica) del Brasile, si è trasformata invece nel più grande spettacolo del Mondiale dei Mondiali, come ripete ogni telecronista Sky in un mantra che ormai ha inevitabilmente contagiato la mente dello spettatore salottiero. Un traversa al 119' del secondo tempo supplementare colpita dal  numero 9 del Cile, Pinilla. Un legno voluto dall'alto  ha pensato la marea verdeoro dello stadio (57.714 spettatori) e tutta una Nazione. Nessun 'Mineirazo', sulla scia della storica sconfitta del 1950 ribattezzata allora 'Maracanazo'. Il Brasile si salva ai rigori, per un altro mezzo legno preso dal rigorista cileno, e va ai quarti dove incontra la squadra più bella vista al Mondiale dei Mondiali, la Colombia (metto a verbale: la scelta del sottoscritto fin dall'inizio con lancio su Twitter di un coraggioso #colombiacampione). 'Il Brasile dalla paura alla gioia' titola uno dei maggiori quotidiani sportivi italiani, ed è stato così. Sintesi perfetta di un film ad alto tasso di suspence con un climax sorprendente nella lotteria dei rigori, anche se poi la differenza l'ha fatto un portiere a fine carriera come Julio Cesar, in lacrime prima di entrare nella porta e salvare il Brasile. Un personaggio che non sfigurerebbe nel team di Stallone 'The Expandables'. Un gigante buono che dopo i trionfi con l'Inter di Mourinho è finito a fare la riserva in Inghilterra e poi a Toronto, ai confini del calcio. Il vecchio Julio è tornato, l'ha pescato proprio Sly in persona mentre strascinava stanco la rete dei palloni in un tramonto canadese. Poche parole, come solo Stallone sa dirle colpendo al cuore, e lui il portierone che lascia tutto e parte per il Mondiale. Per far vedere a tutti di non essere finito. Felipao 'Gene Hackman' Scolari non è Stallone, appunto, ma quando Cesar gli ha detto ne paro tre, deve aver pensato questo è davvero fuori. Il suo l'ha fatto poi c' ha pensato il Dio verdeoro.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

 

'Julio Cesar e la traversa salvano un mediocre Brasile', titola la Folha de Sao Paulo. Neymar e compagni non possono certo essere paragonati al Brasile del 1970 o a quello (forse anche più forte) del 1982 con il grande Socrates. E' una squadra con un tasso tecnico più basso e con un gioco decisamente più europeo. Ma dall'altra parte c'era un Cile che avrebbe meritato il passaggio del turno per tutto quello che ha dimostrato di saper fare sul campo. Forte dietro e capace di ripartire velocemente con Sanchez, Vargas e Vidal. Un capolavoro firmato da quel genio della tattica che è l'argentino Sampaoli, meravigliosamente somigliante ad André Agassi. Se quella traversa fosse stata pochi centimetri più alta, ora avrebbe sulla coscienza l'eliminazione più clamorosa della storia dei Mondiali. Ma va dato merito ad una squadra che ha dimostrato di lottare alla pari, e forse meglio, dei campioni brasiliani. Senza paura o riverenza. A testa alta. Dall'altra parte del Sud America, nello Stato sottile, saranno fieri di questi giocatori del loro modo di cantare l'inno a squarciagola e con lo sguardo rivolto verso la bandiera.

 

C'è un nuovo capocannoniere ai Mondiali, ha il numero 10 e veste la maglia della Colombia: è James Rodriguez (22 anni) e 5 gol per portare la sua squadra ai quarti. James, così scritto sopra la maglia de 'El dies', gioca nel Monaco ma dopo le prodezze in Brasile cambierà lidi. Ha steso insieme alle magie di Cuadrado e compagni l'Uruguay. Un gol, il primo, che per ora è tecnicamente parlando il più bello del Mondiale dei Mondiali Non c'è stata partita contro gli azzurri di Tabarez, orfani del cannibale Suarez, la Colombia è costruita per offendere e lo fa nel modo migliore. Attacca con 5-6 giocatori, Cuadrado e Armero sono due elastici che sfinirebbero qualsiasi difesa. James è un piccolo genio che inventa e Gutierrez e Martinez abili attaccanti. Ma è l'alchimia ad impressionare. La Colombia di Pekerman non è solo corsa, c'è tecnica e tattica. E poi ad ogni gol quella danza euforica che contagia tutti. E' così che deve essere vissuto un Mondiale a tutte le latitudini (quanto è lontana la triste e velleitaria Italia). Ora ad attendere James e gli altri c'è l'avversario più duro, Il Brasile. Sarà un match da brividi. Un partita da condividere per chi ama il bel calcio. Oppure #colombiacampione.

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array