CANNES 59 – Sui luoghi della perdita tra Cina e Corea

Fuori il concorso un dramma familiare e un horror, il cinese "Luxury Car" di Wang Chao e il coreano "The Host" di Bong Joon-ho, presentati rispettivamente alle sezioni di "Un certain regard" e della "Quinzaine des réalisateurs".

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Altre traiettorie. Fuori la competizione ufficiale tra "Un certain regard" e la "Quinzaine des réalisateurs". La perdita tra dramma familiare e horror. Per "Un certain regard" è stato presentato il cinese Luxury Car di Wang Chao, film di ricerca, di erranze, di spostamenti dentro/fuori la città. Un insegnante vicino alla pensione va a Wuhan alla ricerca del figlio di cui non ha più notizie da tempo. La moglie è gravemente malata e vorrebbe rivedere il suo ragazzo prima di morire. Lì viene ospitato dalla figlia Yanhong che lavora come intrattenitrice in un locale di karaoke e gli presenta un poliziotto che lo aiuta nelle ricerche. La ragazza è invece legata al proprietario del luogo in cui lavora. Luxury Car potrebbe appartenere a quella corrente di "realismo cinese" in cui viene rappresentato il mutamento attuale del paese. Parallelamente a questo Wang Chao mostra anche la divisione della struttura familiare. Due personaggi su quattro infatti sono assenti: la madre non si vede mai e il fratello solo in momento prima della sua tragica morte. Padre e figlia sono poi lontani. Si vede come l'uomo cerca la figlia con lo sguardo, come discretamente cerca di entrare nella sua vita senza riuscirci. Luxury Car è un riuscito dramma familiare, ma con dentro anche frammenti di noir, presente nell'immagine dei boss locali dentro il locale di karaoke o nella scena in automobile dove il poliziotto scopre progressivamente i traffici illeciti del compagno di Yanhong. La luci ipnotiche degli interni, che in certo modo richiamano i film di ambientazione contemporanea di Hou Hsiao-hsien, si alternano invece a quei percorsi notturni, quei luoghi di ricerca senza destinazione. È un film duro, senza speranza quello di Wang Chao, ma si apre anche a momenti di vibrante vicinanza, come nel rapporto di amicizia che s'instaura tra l'insegnante e il poliziotto o nel finale dove la ragazza torna a casa e con il padre affrontano insieme il dolore perdendo definitivamente la speranza di ritrovare il ragazzo scomparso. Luxury Car è è l'ultimo anello di una trilogia sulla Cina composta da Anyangde guer (L'orfano di Anyng, 2001) e Riri yeye (Notte e giorno, 2004), dove, come in Luxury Car, condivide la riflessione sullo scarto tra classi sociali differenti, tra tradizione e modernità, e sulla distanza che separa l'individuo dalla felicità.

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Dalla "Quinzaine de réalisateurs" arriva invece The Host del coreano Bong Joon-ho, horror visionario  dove l'acqua è l'elemento principale. Acqua come sinonimo di nascita (del mostro marino) ma anche di morte (le persone uccise da lui), ma ancora acqua che ritorna sotto forma di pioggia, del fiume e soprattutto di liquido da contagio. Dentro The Host sembrano esserci gli elementi anche di una fantascienza claustrofobica (l'inizio nella base americana, l'ospedale) dove Bong Joon-ho – reduce dal successo di Memories of Murder (2003) ispirato a un vero fatto di cronaca di omicidi compiuti in serie – dimostra di saper padroneggiare le forme di un horror quasi soprannaturale e al tempo stesso costruisce con uno sguardo, forse troppo concitato ma comunque efficace, la tensione guardando forse al modello di Lo squalo. Le uscite del mostro marino dall'acqua ricordano infatti quelle del film di Spielberg, con la folla di personaggi in fuga. The Host è ambientato a Seul nel 2006 e vede protagonista una famiglia composta, proprietario di un piccolo bar nei pressi del fiume Han, del figlio quarantenne immaturo di nome, della figlia campionessa nazionale di tiro con l'arco e della nipote. Un giorno però questa viene catturata dal mostro marino. Tutti l credono morta ma un giorno da segni della sua presenza. Il genere horror in The Host confina talvolta anche con lo splatter (le fauci del mostro che ingoia i corpi), ma poi entra nelle zone più cupe dal momento in cui mostra luoghi sotterranei, abissi ed esplode nel bel finale dove le bottiglie con le fiamme vengono lanciate contro il mostro, segno di una visione esplosiva, pirotecnica anche dentro cromatismi quasi sempre oscuri.  

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