"Cose da pazzi" di Vincenzo Salemme

Nel film di Vincenzo Salemme i corpi sono senza vita e non possono essere rianimati, la nostra scrittura non ha modo di potersi riflettere, né vuole riflettersi, in questa pseudo, volgare, più che divertente, commedia dei valori o meglio delle insignificanze.

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La scrittura della presenza o l'assente scrittura. Una breve precisazione: per noi la scrittura, lo stesso scrivere di cinema, va al di là di un memoriale da fissare una volta per tutte, essa non è il portato di una memoria con cui ricordare cosa abbiamo visto o vissuto, piuttosto è la traccia del nostro divenire, del nostro continuo fuggire in avanti, del tentativo di tracciare le possibilità del nostro esser(ci), di renderlo presente nell'assenza. Così la scrittura è un modo di esprimere un'assente presenza in una traccia scrittoria disseminata, segno del nostro esistere, e lo scrivere di cinema un atto d'amore (im)puro in cui figurare i corpi amati. Alla fine, l'atto della scrittura, continuamente ripetuto come la fornicazione, si fa corpo, si fa corpo nella nudità, nella nudità di un corpo che diviene la messa in crisi di ogni donazione di senso, nella sua presente singolarità completamente esposta. Cosa ha a che vedere questo con l'ultimo film di Vincenzo Salemme, rifacimento cinematografico dell'opera teatrale Lo strano caso di Felice C. da lui scritta e rappresentata in teatro nel 1990? Presto detto. Quelli di Salemme sono corpi senza vita e non possono essere rianimati, la nostra scrittura non ha modo di potersi riflettere, né vuole riflettersi, in questa pseudo, volgare, più che divertente, commedia dei valori o meglio delle insignificanze. Una commedia ancorata ad un ricordo che ne preclude ogni diveniente possibilità, confezionata in una scrittura cinematografica piuttosto statica, teatrale, nella quale neppure l'equivoco ha la forza di un intrico ingegnoso, priva com'è di straordinarie attitudini affabulatorie, in cui anche la carrellata di maschere interpretate dallo stesso Salemme scivola in una stravagante manieratezza, che fa della fissità la cifra dell'immagine e dell'immaginario, una fissità dalla quale restiamo volentieri fuori, facendo a meno della scrittura.

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Regia: Vincenzo Salemme
Interpreti: Vincenzo Salemme, Maurizio Casagrande, Biagio Izzo, Lidia Vitale, Teresa Del Vecchio
Distribuzione: Medusa
Durata: 90'
Origine: Italia 2005

Regia: Vincenzo Salemme


Interpreti: Vincenzo Salemme, Maurizio Casagrande, Biagio Izzo, Lidia Vitale, Teresa Delvecchio


Distribuzione: Medusa


Durata: 91'


Origine: Italia, 2005

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