Al via la 20° edizione del Tertio Millennio Film Fest, che si svolgerà a Roma dal 25 al 29 ottobre. Il festival si inaugura con l’anteprima nazionale di La ragazza senza nome di Jean-Pierre e Luc Dardenne, alla presenza dei due registi.
Il film verrà proiettato alle 20.30 alla Casa del Cinema in una nuova versione voluta dai Dardenne stessi che hanno rimontato il film e tagliato 7 minuti rispetto alla versione presentata in concorso allo scorso Festival di Cannes. La preapertura del festival è affidata al restauro di Processo alla città, diretto da Luigi Zampa, che verrà proiettato al Cinema Trevi alle 18.

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La linea di convergenza del festival è la questione femminile, ossia la pressione indebita nei confronti delle donne, affrontata in vari film che descrivono diverse società. In programma Coldness di Bahram e Bahman Haj Abol Loo, Nahid di Ida Panahandeh, Malaria di Parviz Shahbazi, Agnus Dei di Anne Fontaine e infine Paradise di Andrei Konchalovsky, vincitore del Leone d’argento alla 73° mostra del cinema di Venezia. Il film verrà proiettato il 27 ottobre alle 17.30 al Cinema Trevi e per l’occasione sarà presente il regista russo.

Per esprimere il concetto di come le vie della salvezza raggiungano anche uomini abietti, ecco la storia del pluriomicida mafioso Pippo Grassonelli raccontata in Ero Malerba di Toni Trupia o Canzoni d’amore oltre il genocidio, documentario di Giuseppe Carrieri nel quale vittime e carnefici del genocidio in Rwanda si riconciliano attraverso un programma di dialogo e comunicazione.

E ancora E venne l’uomo di Federico Pontiggia e Alessandro Bignami, The Idol di Hany Abu-Assad e il documentario Les Sauteurs di Moritz Siebert, Estephan Wagner e Abou Bakar Sidibé, sul tema dell’immigrazione, Syrian Edge di Juan Martin Baigorria e Lisa Tormena e Nassarah di Riccardo Bicicchi  che puntano l’obiettivo sul conflitto siriano; Yo-Yo Ma e i musicisti della Via della Seta di Morgan Neville sul potere universale della musica nell’unire i popoli oltre i limiti geografici e Il figlio dell’altra di Lorraine Lévy  sullo sfondo del conflitto israelo-palestinese.

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