DE-GENERE. "Milano Palermo – Il ritorno", di Claudio Fragasso

Fragasso è ancora spocchiosamente sicuro del suo “metodo” di accumulo. Troppo convinto che per girare una sparatoria basti alzare il volume di musica e rumori e montare con regolarità schematica vetri frantumati con grida in primo piano e corpi che cadono al rallentatore. In realtà non c’è mai movimento interno all’immagine, né invenzione pura nel suo cinema. Un brutto action movie, eppure paradossalmente quasi necessario. Perché dietro il cinema di genere c’è sempre, almeno all’inizio, un “lavoro sporco”

--------------------------------------------------------------
INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER LA SCENEGGIATURA, CORSO ONLINE DAL 28 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

milano_palermo1Sequel del fortunato Palermo Milano solo andata, questo Milano Palermo Il ritorno prende il via 11 anni dopo la vicenda del film originale, che aveva visto il Vice Questore Nino Di Venanzio (Raoul Bova) e la sua squadra, tra cui l’amico inseparabile Remo (Ricky Memphis), scortare dalla Sicilia a Milano il ragioniere della Mafia Leofonte (Giancarlo Giannini) ai fini di un maxi-processo ai danni del clan Scalia. In questo secondo capitolo Leofonte torna in libertà e spetterà ancora una volta ai due poliziotti – e ad altri coraggiosi colleghi come Libero (Libero De Rienzo) ed Elda (Gabriella Pession) – il compito di salvare la pelle all’uomo e ai suoi nipotini dalla minaccia dell’ultimo rimasto del clan mafioso, lo spietato Rocco Scalia (Enrico Lo Verso). Sono passati 11 anni, ma è cambiato ben poco. Fragasso è ancora spocchiosamente sicuro del suo “metodo” di accumulo. Troppo convinto che per girare una sparatoria basti alzare il volume di musica e rumori e montare con regolarità schematica vetri frantumati con grida in primo piano e corpi che cadono al rallentatore. In realtà non c’è mai movimento interno all’immagine, né invenzione pura nel suo cinema. Tra colpi di scena telefonati e caratterizzazioni superficiali, manca del tutto l’empatia tragica dell’eroismo votato alla morte o la robustezza di un idealismo primordiale e/o sociale. milano_palermo2

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE UNA SERIE TV DALL’8 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

--------------------------------------------------------------
CORSO IN PRESENZA MONTAGGIO AVID, DAL 9 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Peccato. E’ come se Milano Palermo volesse prometterci la visione di un meraviglioso tramonto innevato, per poi alla fine costringerci a rimanere bendati e a sentirci descrivere la scena con le parole sbagliate. E ci dispiace molto, perché è un film d’azione, spudoratamente alieno dal nostro panorama ed esplicitamente votato all’entertainment. Un cinema che amiamo e vorremmo difendere sempre. Non basta però la programmaticità ludica e spettacolare affinché un film di genere riesca ad animarsi di vita propria e a emozionare visceralmente come sanno fare le pellicole di McTiernan, Greengrass, Johnnie To (o i vecchi Lenzi e Corbucci). Certo è che gli intenti di Fragasso e la sua squadra non sono affatto riprovevoli (e l’impegno che gran parte del cast mette in un film così fragile a tratti suscita ammirazione). E’ vero – come sostiene il regista – che in italia abbiamo bisogno del cinema di genere. Ma ancor di più – aggiungiamo noi – abbiamo bisogno di film belli, possibilmente liberi e ispirati, rigeneranti. Milano Palermo Il ritorno ne è lontano anni luce. Distante anche dalle recenti e apprezzabili fiction “cugine” firmate da Michele Soavi e Enzo Monteleone. Ma non c’è da sorprendersi più di tanto, né da disperarsi di questo fallimento. Perché una cosa dovremmo ribadirla sempre: fare bei film di genere è difficile. Lo è per tutte le cinematografie, figurarsi per la nostra. Per fare prodotti di livello bisogna almeno esser registi di gran mestiere e avere alle spalle un’industria solida. Componenti che in Italia non abbiamo, e che invece negli Stati Uniti, Hong Kong e Francia hanno.

Non ci resta che aspettare allora. Pazientemente aspetteremo. Con la speranza che fare film sbagliati come questo possa servire un giorno per realizzarne di migliori. Chissà, forse ne servono 4-5 di questo tipo perché ne spunti fuori uno buono. Noi siamo qui, senza snobismi. E magari quasi con stupore guardiamo la nostra ombra ripensando a un’annata che tra notturni bus, cementi armati, terze madri e nascondigli è stata per il nostro cinema più importante e nuova di quanto si creda. Tutto ci auguriamo, tranne che si smetta di insistere su questa strada.

 

Regia: Claudio Fracasso

Interpreti: Raoul Bova, Giancarlo Giannini, Ricky Memphis, Gabriella Pession, Libero De Rienzo, Enrico Lo Verso, Romina Mondello

Distribuzione: Buena Vista

Durata: 100’

Origine: Italia 2007

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array