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Due atti, due blocchi drammaturgici che congelano il film alla claustrofobia del teatro filmato. Monteleone ostinatamente "gira" intorno alle quattro attrici con una macchina da presa che cerca di creare movimento all'interno del set, ma finisce – soprattutto nella prima parte, quella più faticosa e costruita – con il fotografare la soggezione del mezzo cinematografico nei confronti del testo
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Alla base c'è un testo teatrale di grande successo, vincitore del premio Gassman quale miglior commedia della stagione 2006/2007, scritto da Cristina Comencini, qui in veste anche di sceneggiatrice. Fatta questa premessa la regia di Enzo Monteleone per l'adattamento cinematografico di questo Due partite poteva suggerirci una capacità interpretativa ingegnosa e in grado di regalarci un denso affresco crepuscolare sul ruolo della donna nell'arco di un trentennio. Storia di una generazione di madri/mogli che vogliono tornare a essere figlie e di figlie che vogliono diventare madri/mogli, Due partite di Monteleone/Comencini inizia in un pomeriggio del 1966 in cui quattro donne di famiglia (Buy, Cortellesi, Massironi, Ferrari) si riuniscono per giocare a carte e confidarsi i loro disagi amorosi e famigliari e finisce trent'anni dopo nella stessa casa con l'incontro tra le rispettive figlie (Crescentini, Pandolfi, Milillo, Rohrwacher) in occasione della morte di una delle madri. Due atti, due blocchi drammaturgici che congelano il film alla claustrofobia del teatro filmato. Monteleone ostinatamente "gira" intorno alle quattro attrici con una macchina da presa che cerca di creare movimento all'interno del set, carrellate circolari che anzichè scomporre l'unità di luogo o creare cinematograficamente il corrispettivo di una prigione mentale delle protagoniste finisce – soprattutto nella prima parte, quella più faticosa e costruita – con il fotografare la soggezione del mezzo cinematografico nei confronti del testo.
Per questo i momenti migliori, quelli in cui il film di Monteleone riesce a prendere vita, sono quelli "di passaggio", di transizione tra le due epoche rappresentate. Una comunicazione a distanza generazionale che attraverso lo spazio vuoto della casa, l'ellissi temporale tra le due sezioni narrative, l'accavallamento finale di volti e voci tra madri e figlie riesce a suggerire un flusso emotivo potenziale che travalica la scrittura e certe impostazioni recitative. Frammenti che anzichè illuminare, fanno rimpiangere il film che non è stato.
Regia: Enzo Monteleone
Interpreti: Margherita Buy, Paola Cortellesi, Isabella Ferrari, Marina Massironi, Claudia Pandolfi, Carolina Crescentini, Valeria Milillo
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 93'
Origine: Italia, 2009
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