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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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IL FILM
Un gruppo di scout ribelli viene spedito dal loro capo a scalare la vetta del Brevent, a 2500 metri di altezza, e l'avventura si trasforma ben presto in un rito di iniziazione all'età adulta.

Presentato nella sezione Alice nella Città – Young Adults della prima edizione della Festa Internazionale del Cinema di Roma, nel 2006, questo film si inserisce a pieno titolo in quella categoria di cinema d'avventura per ragazzi "alla vecchia maniera" , quello di cui si cibavano i ragazzini cresciuti ta gli anni '80 e '90 e che, il più delle volte, finiva con l'intrecciarsi indissolubilmente al fantasy, creando dei miti pre-adolescenziali molto potenti e radicati -si pensi alla fama duratura de I Goonies di Richard Donner o al potere evocativo di La storia infinita di Wolfgang Petersen. Ma se i gioielli appena citati strutturavano la propria metafora sulla maturazione dell'individuo traendo linfa vitale dal fantasy, che tutto autorizza e tutto motiva, la scelta, per questa pellicola, di una cornice storica che, oltre ad essere sfondo, è continuo termine di paragone per qualsiasi forma di conflitto interno, finisce per appesantire di retorica un piccolo film che avrebbe potuto, puntando più in basso, arrivare più in alto.
Questo perchè non mancano momenti di piacevole ingenuità, sincera, in cui la recitazione spontanea dei ragazzi si amalgama bene con una regia -bisogna dirlo- altrettanto elementare, ed il connubio risulta abbastanza riuscito. Al di là di facili moralismi – tra un "l'amicizia trionfa sulle avversità" ad un "bisogna affrontare dure prove per diventare adulti", la lista potrebbe dilungarsi- resta una buona dose di umanità e qualche buona scelta di sceneggiatura, come la trovata di accompagnare l'avventura con la voce fuori campo della fidanzata del capo del gruppo, che però, invece di parlare del loro rapporto o della loro avventura, parla di se stessa e della guerra. Il contrappunto non risulta scontato come lascrebbe immaginare, ma lascia trapelare qualche buono spunto di riflessione -certo, under 14. A condire il tutto, qualche ammiccante confronto tra i ragazzi: "Perchè sai tutte queste cose?" -"Perchè mi annoio " -"Ah, anch'io mi annoio spesso. Ma non faccio niente ed aspetto che passi."- "E passa?" – "No."
Curiosa annotazione sul regista: viene spontaneo chiedersi, infatti, quale misteriosa motivazione interiore spinga un regista di film erotico-pornografici anni 70 (parliamo di opere del calibro di Banana meccanica!) ad intraprendere, dopo 20 anni di silenzio, la regia di un film per ragazzi…sembrerebbe che l'affacciarsi della terza età conduca, inesorabilmente, verso i tentativi più disparati di redenzione.