DVD – Il messia, di Roberto Rossellini

ARRIVA FINALMENTE IN DVD IL CINEMA DI ROBERTO ROSSELLINI 

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Mentre per vedere in DVD Roma città aperta, Paisà e gli altri capolavori del cinema di Rossellini dobbiamo ancora una volta ricorrere ai prodotti di importazione, ecco che, finalmente, arriva “ufficialmente” in DVD in Italia un film del grande maestro del cinema italiano, Il Messia. Curiosamente si parte proprio dal suo ultimo film, girato nel 1975 e uscito, in maniera piuttosto sporadica, nella stagione 1976/1977, curiosamente quasi in concomitanza  con il Gesù  di Zeffirelli. Proprio di quest’ultimo, kolossal televisivo pomposo e ridondante costruito nel tentativo di imitare Hollywood, Il Messia di Rossellini rappresenta, se possibile, l’esatto contrario. Tanto ricco, spettacolare, zeppo di divi era il Gesù di Zeffirelli, quanto “povero”, sottotono e quasi didascalico (“un’operazione d’informazione” la definì il regista), interpretato da attori sconosciuti era il film di Rossellini. Che ritorna al cinema, due anni prima della sua improvvisa scomparsa, il 3 giugno del 1977, dopo aver passato quasi un ventennio a “praticare” le forme nuove della televisione, secondo un progetto di educazione all’immagine che Rossellini considerava cruciale e, all’epoca, prioritaria rispetto al cinema. Ma qui stiamo parlando di un cineasta che ha reinventato il cinema (e non solo quello italiano), scaraventandolo per le strade fuori dai set con attori presi dalla strada, facendo di ‘necessità virtù” nell’immediato dopoguerra (ma usando sapientemente la grandezza di attori come Fabrizi e la Magnani) per poi, mentre tutta la critica si rinchiudeva nell’esaltazione ideologica del neorealismo, immediatamente andare oltre, e realizzare nei primi anni Cinquanta  alcuni dei film più moderni e “intimi” della storia del cinema italiano (Germania Anno Zero, Europa ‘51, Viaggio in Italia).

E, nel 1975, parlare di Gesù in Italia, per un cineasta sempre molto vicino alla sinistra, seppur mai allineato e sempre magnificamente uomo “libero”, era impresa difficile e controcorrente. Ma lo “sguardo morale“ rosselliniano sceglie non a caso il rigore e la forza della parola di Gesù come elemento straordinariamente “umano” attraverso cui rilanciare il messaggio “rivoluzionario” dell’uomo di Nazareth. E infatti, invece di celebrarne le gesta come un eroe cavalleresco, con musiche assordanti e azioni dimostrative, Rossellini racconta un Gesù completamente privo di ogni dimensione “divina”, che resta invece tutta nella sapienza della sua “parola”, espressa sempre all’interno di una quotidianità fatta di lavoro, pranzi, lunghe passeggiate. La forza della parola di Gesù è per Rossellini proprio nel suo esercitarsi tra la gente, nella vita quotidiana, “il re dei poveri” rappresentato come un “umano tra gli umani”, con l’emozione che arriva allo spettatore non come “trappola” narrativa ma come lucida comunicazione, utilizzando gli strumenti di un cinema quasi “in sordina”, come se fosse guidato nella mano di regista dallo stesso intento evangelico del suo protagonista.

Il DVD della San Paolo, oltre a nutrite gallerie fotografiche del film e del regista, alla biografia e alla filmografia di Rossellini, presenta delle interessanti interviste (in verità un po’ “ingessate”…) al figlio Renzo, produttore, agli attori Pier Maria Rossi (Gesù) e Mita Ungaro (Maria) e alla cosceneggiatrice Silvia D’Amico. Da segnalare, infine, un’apprezzabilissima sottotitolazione per i non udenti.

 

E’ reazionario parlare di Gesù?

di Roberto Rossellini

Tra pochi giorni compio settant’anni e negli ultimi mesi ho vissuto, forse proprio perché sto maturando, una tra le esperienze più illuminanti della mia vita professionale. Tale esperienza riguarda il mio film Il Messia, in cui ho esposto – senza interpretazioni personali e senza stimolare emozione, ma sulla scorta di uno  studio attento ed approfondito – quella che fu la vita, ma soprattutto il pensiero di Gesù di Nazareth. Questo film, stranamente, è quello che amo di più di tutti i film che ho fatto.

Ed ecco che, dopo l’uscita del mio film nelle sale in Francia (in Italia non sono ancora riuscito a trovare una distribuzione) gli elementi contrari al mio film provengono da una certa sinistra, quella che si autodefinisce la più intransigente e rivoluzionaria; da certi ambienti italiani legati alla routine commerciale del cinema; da parte di coloro che amano considerarsi “culturalmente impegnati” e che hanno un mitico concetto dell’arte e anche della politica…. I primi, i “rivoluzionari permanenti”, mi hanno detto che non dovevo parlare di Gesù; parlarne è un’azione reazionaria, mentre bisogna indirizzare tutti gli sforzi a risvegliare le masse per andare verso la rivoluzione….A questa sinistra – ma anche agli altri – credo opportuno ricordare che nel nostro mondo occidentale marxismo e cristianesimo sono l’uno di fronte all’altro, a confronto. Ed è mio profondo convincimento che nel 1976 ci sia ancora chi non sa chi fosse un certo Gesù di Nazareth e che cosa abbia detto….Il Cristianesimo è nato dalla parola (non sempre rettamente interpretata) di Gesù di Nazareth, così come ci è trasmessa nei Vangeli. Nel mio film Il Messia ho espresso, o meglio ho “riferito”, esattamente questa parola. Insomma ho cercato di fare un’operazione di informazione.

 

(da Paese sera, 6 maggio 1976)

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