Un arresto cardiaco ha stroncato l’incredibile vita di Diego Armando Maradona. El pibe de oro se n’è andato a 60 anni nella sua casa di Tigre, dove era in convalescenza per i postumi di un intervento alla testa eseguito alcuni giorni fa. Da molti considerato il più grande calciatore del XX secolo, Maradona è stato campione del mondo con l’Argentina nel 1986 e vice-campione nel 1990. Nella seconda metà degli anni ’80 ha portato il Napoli al vertice delle competizioni in Italia e in Europa, vincendo due scudetti (1986-87, 1989-90), Coppa Italia, Supercoppa e Coppa UEFA. Il secondo gol all’Inghilterra nei quarti di finale a Messico ’86 è considerato il più bello della storia del calcio.

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Il cinema in questi anni si è spesso occupato del suo mito, raccontandone sia le prestazioni sportive sia la turbolenta vita privata. Maradona di Kusturica, è un documentario che il regista serbo presentò fuori concorso a Cannes nel 2008. L’anno prima il calciatore argentino fu interpretato da Marco Leonardi nella versione fiction scritta e diretta da Marco Risi, Maradona – La mano de dios. Recentemente, sempre a Cannes, fu presentato Maradona di Asif Kapadia: intenso documentario, attualmente disponibile su Netflix, sugli anni napoletani e sulla sua graduale dipendenza dalla cocaina. Paolo Sorrentino, che citò il fuoriclasse come sua fonte di ispirazione al ritiro dell’Oscar per La grande bellezza, proprio in questi giorni stava girando un film prodotto da Netflix su di lui, provvisoriamente intitolato È stata la mano di Dio.

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