Emir Kusturica: Cannes mi rifiuta perchè sono pro Putin

Nonostante i premi ricevuti in passato, il festival ha escluso il nuovo film del regista, On the Milky Road.

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L’ultimo film diretto dal regista serbo Emir Kusturica, On the Milky Road, non è stato selezionato per entrare a far parte dei film in concorso a Cannes 2016. Tale esclusione, afferma il regista e riporta The Guardian, sarebbe dovuta alle sue idee politiche, che non ha mai nascosto il suo supporto al leader russo Vladimir Putin.

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In passato i film di Kusturica erano stati ben accolti e premiati alla croisette, anche se il regista non è  nuovo ad accese polemiche attorno ai suoi lavori ed alla sua persona. In questo caso però la questione si fa più spinosa, perchè il regista ha mosso un j’accuse contro il festival stesso, adducendo le sue scelte politiche come causa dell’esclusione del suo film. “Recentemente, i politici hanno interferito sempre più spesso sulle decisioni da prendere da parte del festival di Cannes”, ha dichiarato Kusturica all’Hollywood Reporter, e ha proseguito: “tanto che ho il sospetto che qualcuno abbia ordinato che il mio film non fosse proiettato”.

Il suo ultimo lavoro vede come protagonisti Kusturica stesso, accanto all’icona Monica Bellucci. Altra ipotesi per l’esclusione di On the Milky Road, pur risultando improbabile secondo il regista, sarebbe da addurre al ritardo nell’invio della pellicola al Festival. Kusturica avrebbe sforato di un giorno, ma il regista afferma che ritardi così minimi non sono mai stati un problema a Cannes. “Il film è stato inviato, ma nessuno l’ha visto”.

Il regista, vincitore della Palma d’Oro nel 1985 per Papà…è in viaggio d’affari ed anche nel 1995 per Underground, è stato un vero e proprio supporter di Putin nell’arco degli ultimi anni, tanto da essere bandito dall’Ucraina  per aver appoggiato pubblicamente la politica estera del presidente russo. Nonostante i vari ostracismi, Kusturica non si pente affatto delle sue scelte, e recentemente ha aperto un concerto a Parigi insieme alla sua band, la No Smoking Orchestra, suonando l’inno nazionale russo. Nonostante le accuse di complotto da parte del regista, divenuto sempre più impopolare a causa di una serie di scelte politiche piuttosto discutibili, le basi di tali teorie non sembrano essere abbastanza solide. In ogni caso non c’è stata ancora risposta da parte del direttore del Festival Thierry Frémaux. Le polemiche potrebbero proseguire.

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