"Fare un film per me è come danzare con il pubblico" – Incontro con il regista Wong Kar Wai

In una Hong Kong anni '60 di cui si stanno perdendo pian piano le tracce, il treno di Wong Kar Wai porta a 2046, dove la gente va per recuperare i propri ricordi.

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I suoi ultimi due film parlano di amori sfortunati, che finiscono male. Come mai?

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Penso che se girassi un film su due persone che si incontrano, si innamorano a prima vista e vivono per sempre felici e contenti, sarebbe il film più noioso nella storia del cinema e nessuno ci crederebbe. Anche se in In the Mood for Love e in 2046 manca un finale felice, restano comunque diverse possibilità. I film che faccio sono come un pasto: noi serviamo antipasto, primo, secondo… Vorrei che fosse il pubblico a portare il dessert immaginando un proprio finale.


 


Tra qualche settimana uscirà nelle sale italiane Eros. Il protagonista di 2046 scrive racconti erotici. Che valore ha per lei l'eros?


Eros nasce da un'idea di Michelangelo Antonioni ed è per il rispetto che provo nei confronti di questo regista che ho accettato di partecipare al progetto.


Per quanto riguarda 2046, il film parla d'amore: sebbene il rapporto che il protagonista ha con Zhang Ziyi sia puramente fisico, lo scrittore attraversa diverse storie sentimentali. Questo lo aiuta a conoscere se stesso più in profondità.


 


Da un punto di vista artistico, quali sono gli autori che hanno maggiormente influito sulla sua formazione?


Io sono cresciuto ad Hong Kong, che dopo il 1949 è diventata il centro dell'intrattenimento per i cinesi. La maggior parte dei film che si producevano in Cina era di argomento filo-propagandistico, Hong Kong invece fino al 1997 è stata una colonia inglese e di conseguenza lì la cultura occidentale era molto popolare: la produzione cinematografica è stata dunque influenzata dalla Nouvelle Vague francese, ma anche dal cinema italiano degli anni Settanta.


 


In the Mood for Love e 2046 sono entrambi ambientati negli anni Sessanta. Ha nostalgia di quel periodo?


Il motivo per cui ho ambientato i miei ultimi due film nella Hong Kong degli anni Sessanta è che volevo conservare alcuni aspetti prima che andassero perduti. Questa è una città che cambia molto in fretta e, con il passare del tempo e il processo di modernizzazione, sta letteralmente divorando il proprio passato. Volevo trasmettere luoghi, persone, suoni di Hong Kong che pian piano stanno scomparendo.


I miei film infatti hanno un ritmo lento perché raccontano di un tempo in cui la vita aveva quell'andamento. Le persone negli anni Sessanta avevano più tempo e non correvano senza sosta, come succede oggi.


 


Girerebbe un film sulla nuova Hong Kong?


È molto difficile riuscire a vedere tutti i cambiamenti man mano che accadono dal 1997 ad oggi. Accade anche a noi quando ci guardiamo allo specchio ogni mattina e, a meno che non ci siano differenze sensibili, abbiamo l'impressione di essere sempre più o meno uguali al giorno prima. Deve passare del tempo per avere una visione più oggettiva, forse tra dieci o quindici anni potrò fare un film sulla Hong Kong di oggi.


 


Lei lavora spesso con Tony Leung Chiu Wai, che oltre ad essere un attore drammatico interpreta anche ruoli comici.


Tony è uno dei più grandi attori esistenti, non solo ad Hong Kong. Ha uno straordinario senso del ritmo, che è ciò che più conta in un attore. Per questo secondo me può interpretare qualunque ruolo.


 




All'interno di 2046 ritroviamo alcuni personaggi già visti in alcuni suoi film precedenti. Come mai?


È vero. In effetti si può dire che 2046 riunisce un po' tutti i miei film. I personaggi che creo non smettono di esistere con la fine del film, ma continuano a vivere al di là di esso. In quest'ultimo se ne trovano molti già visti in precedenza: questo è un film che racconta di memorie, di ricordi, era giusto che ci fossero anche i miei.


 


Uno dei personaggi femminili è interpretato da Gong Li.


Nel film ci sono cinque tra le migliori attrici di Hong Kong e una di queste è proprio Gong Li. Prima di 2046 non avevo mai lavorato con lei. È una vera professionista, va da sola. Per capire bene il ruolo che andava ad interpretare, quello di un'esperta giocatrice d'azzardo, voleva vedere come avrebbe dovuto essere, così siamo partiti per Macao e siamo andati al casinò a giocare realmente.


Inoltre, come ho già detto, il ritmo per un attore è fondamentale e lei e Tony hanno trovato subito un ritmo perfetto, pur non avendo mai lavorato insieme prima.


 


Come ha scelto i brani da inserire nella colonna sonora del film?


Fare un film per me è come danzare con il pubblico e ogni film ha un ritmo diverso. Per In the Mood for Love avevo scelto una colonna sonora di quell'epoca, era musica che avrebbe potuto tranquillamente essere trasmessa da una stazione radiofonica di quegli anni. Per 2046  invece ho scelto dei brani impressionisti, ho mescolato i generi e i periodi miscelando opera lirica, musiche originali, colonne sonore di altri film e canzoni latine di quegli anni. Sono molto differenti tra loro, perché diverso è il ritmo di ogni personaggio.


 


Si dice che lei sia abituato a lavorare senza una sceneggiatura ben definita.


Lavorare senza sceneggiatura ti rende certamente più libero, perché puoi decidere sul momento se e come modificare una scena. Io stesso scrivo la sceneggiatura dei miei film, questo mi consente di avere una maggiore libertà durante le riprese.


 


Quali modifiche ha fatto al film dopo il Festival di Cannes? E cosa intende inserire nel DVD?


Abbiamo terminato 2046 all'ultimo minuto, il film era pronto appena quindici ore prima di essere proiettato al Festival di Cannes. Molte inquadrature realizzate con la grafica computerizzata non erano ancora pronte, così dopo il Festival abbiamo completato le scene. Quello che vedrete nelle sale dunque è una versione di 2046 un po' più "vestita". Nel DVD invece vorrei inserire la versione proiettata a Cannes, anche se questa è una cosa che si deciderà sul momento.


 


Ci può dire qualcosa sul suo prossimo progetto?
Dopo un lavoro così impegnativo, come 2046, ho assolutamente bisogno di prendere una pausa. Esistono due modi per me di prendermi una pausa e uno è quello di girare un film che sia opposto al genere che tratto di solito. Inizierò il prossimo anno le riprese di La Signora di Shanghai. In questo progetto è coinvolta anche Nicole Kidman e tutto quello che posso dire è che non verrà girato in Italia.

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