FILM IN TV – Inquietudine, di Manoel De Oliveira

InquietudinePare forse strano il titolo Inquietudine per un film così tutto sommato leggero, non certo per i temi trattati quanto per il tocco delicato di De Oliveira, che lega con un filo quasi invisibile ma stretto queste tre storie tra loro incastrate, che parlano con voce diversa ma generano la stessa eco, che riverbera alla perfezione negli ultimi minuti. Sabato 11 ottobre, ore 03:20, Rai3.

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InquietudinePare forse strano il titolo Inquietudine per un film così tutto sommato leggero, non certo per i temi trattati quanto per il tocco delicato di De Oliveira, che lega con un filo quasi invisibile ma stretto queste tre storie tra loro incastrate, che parlano con voce diversa ma generano la stessa eco, che riverbera alla perfezione negli ultimi minuti. Pare strano ma è, in fondo, un titolo perfetto, per un film dove tutto è al suo posto: un ordine tanto pulito quanto incrinato da un velo di, appunto, inquietudine.

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InquietudineUn vecchio padre cerca di convincere il proprio figlio, entrambi acclamati uomini di scienza e di lettere, a suicidarsi, per accedere nell’immediato all’immortalità. Tutto è sorretto da dialoghi brillanti, il ritmo è limato alla perfezione, eppure le continue occhiate gettate dai due protagonisti alle statuette di ceramica, ai quadri, all’arredamento soffocante di immobili oggetti che rimandano a loro volta lo sguardo, sono tutte piccole parentesi di spiacevole disturbo. Nemmeno lo spostarsi all’aperto, in occasione di un fallimentare picnic, rende l’atmosfera meno fittizia. Dovrebbe giungere come liberatoria, allora, la caduta del sipario sul finire dell’episodio, che ne rivela la natura teatrale, ma la sgradevole sensazione non accenna a sopirsi. Risulta paradossalmente finta, questa finzione, e le soggettive vuote degli oggetti, che erano forse il vero motore dello sguardo, si fanno più inquietanti.

Seduti sulle poltrone del teatro, due giovani ragazzi hanno occhi più per le due cocottes sedute sul palchetto di fronte che non per lo spettacolo. Delle due, Suzy è quella che fa innamorare il romantico Him. Ma nonostante abbia tutto dalla vita, dagli uomini ai soldi, la donna si costituisce come mancante (o mancanza). Ce n’est qu’un détail, ripete sempre, l’immortalità come l’amore, o l’esser felici. Le parole si sprecano, ancor più che nella prima parte, ma l’angoscia per l’impossibilità di colmare questa lacuna, di potersi vedere interi/integri, rende l’atmosfera ancor più artefatta e rigida, nonostante sia questo l’unico episodio “reale” dei tre.

InquietudineE nonostante Suzy sia il perno di carne e teoria del film, la vera illuminazione giunge con l’ultimo, stupendo, episodio: una favola narrata dall’amico all’innamorato, che si strugge per la morte della prostituta (rigorosamente offscreen, come le morti del primo episodio, come a non poter morire su una scena già morta).Tra il verde e l’oro di una foresta che ricorda il Pavese di Straub/Huillet (o viceversa) si scioglie la storia di Fisalina, giovane ragazza che per sottrarsi a una (ulteriore) esistenza mancata, si sostituisce alla millenaria Madre del fiume, dalle dita d’oro e dai lunghissimi capelli neri, che veglia sul fiume che sgorga dalla caverna senza mai dormire. Rifugge l’amore e la gloria, ma la sua risata, l’unica, rimbomba tra le pareti di pietra, ed è nel mito fattosi reale che si scioglie il filo che lega l’ansia del sé mutilato.

 

Nella ciclicità della natura si stempera l’angosciante ricerca che De Oliveira conduce con la grazia di un tango e un sorriso nascosto. Dopotutto, ce n’est qu’un détail.

 

Titolo originale: Inquietude
Regia: Manoel De Oliveira
Interpreti: Irène Papas, Luis Miguel Cintra, José Pinto, Leonor Silveira, Dioga Dória, Leonor Baldaque, Ricardo Trepa
Origine: Portogallo/Francia/Spagna/Svizzera 1998
Durata: 110'

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