God Is a Woman, di Andres Peyrot

Partito da un’ottima premessa, indugia troppo nella parte centrale, recuperando solo nei minuti finali, una volta raccolti i frutti maturati dalle premesse iniziali. Settimana della Critica

--------------------------------------------------------------
INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER LA SCENEGGIATURA, CORSO ONLINE DAL 28 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Guardando God is a Woman, film di apertura della Settimana della Critica alla Mostra del Cinema di Venezia, non si riesce a non pensare alle pagine di Cent’anni di solitudine, tra le cui righe passato e presente, memoria e progresso, sembrano, per incanto, trovarsi sul medesimo asse temporale.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Ecco, quella sospensione nello scorrere del tempo, o meglio, quello scorrere perpetuo sullo stesso binario di ciò che è stato e ciò che sta arrivando, del vecchio e del nuovo, sembra essere la grande aspirazione del lungometraggio di Andres Peyrot.

Il regista svizzero-panamense, alla sua opera prima, torna alle proprie origini, nel suo paese, Panama, scavando nella filmografia del regista francese premio Oscar Pierre-Dominique Gaisseau che nel 1975, approda a Panama per girare un documentario sul popolo Kuna.

Il documentario del regista francese è incentrato sulla figura della donna, considerata sacra nella cultura indigena. Gaisseau, sua moglie e la figlioletta Akiko vivono assieme alla popolazione Kuna per oltre un anno, ma il progetto ben presto esaurisce i fondi e una banca finisce per confiscare le bobine. Cinquant’anni dopo, i Kuna stanno ancora aspettando il film “che contiene la loro dignità”, ormai divenuto leggenda e tramandato oralmente dagli anziani alle nuove generazioni. Finché un giorno, una copia nascosta viene scoperta a Parigi…

Quasi cinquant’anni dopo, Peyrot torna sulle orme della leggenda dei Kuna, tentando di tracciare un filo in grado di legare quel passato cristallizzato nelle riprese perdute di Gaisseau ad un presente fatto di cambiamenti sociali e nuove influenze culturali. I Kuna non sono più la popolazione che Gaisseau ha incontrato nel 1975 ma conservano ancora il ricordo (per chi c’era) o il mito (per le nuove generazioni) di un’opera che rappresenta la loro storia e cultura. Gli uomini e le donne che prendono la parola davanti alla macchina da presa di Peyrot non rivendicano mai un risarcimento o un compenso economico per aver preso parte come attori nel documentario del 1975. Il loro desiderio più grande è quello di riappropriarsi culturalmente di quello che considerano a tutti gli effetti il loro film, di rivedersi o di ammirare quel pezzo di storia tramandato di generazione in generazione fino ad essere divenuto leggenda.

Il regista svizzero-panamense ritorna nei luoghi filmati nel 1975, ne mostra i cambiamenti sociali e culturali, dilungandosi eccessivamente nella parte centrale del suo documentario sulle nuove influenze, tra cui la cultura Hip Hop, che hanno raggiunto la comunità indigena dei Kuna. È proprio qui che il film indugia fin troppo, perdendo, con il passare dei minuti, l’interessante spunto di partenza da cui era partito. Peyrot recupera solo nei minuti finali, quando sembra in grado, finalmente, di poter raccogliere i frutti maturati dalle premesse iniziali. In una delle sequenze finali, infatti, la popolazione Kuna riabbraccia finalmente il proprio film “perduto”, mostrandoci un momento di altissima carica emotiva. È qui che il regista ci mostra il risultato espressivo più riuscito della sua opera di ricongiunzione, di riappropriazione culturale, attraverso l’impareggiabile potenza di sguardo del cinema.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
Sending
Il voto dei lettori
0 (0 voti)
--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array