God Save The Queen! La Regina Elisabetta II dalla commedia a Netflix

L’attuale regina britannica è stata molte volte oggetto di trasposizioni cinematografiche e televisive, ultima la serie The Crown in programmazione su Netflix per la firma di Peter Morgan

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Tra i prodotti che Netflix sta proponendo in questo Novembre c’è l’attesissima The Crown, la serie scritta e diretta da Peter Morgan sulla figura di regina Elisabetta II, dal suo matrimonio nel 1947 fino ai giorni nostri. La critica già la esalta come un prodotto di estrema cura registica ed accurata ricostruzione storica ma il vero punto forte dell’operazione sta tutto nella scelta del soggetto. Non vale solo per gli inglesi il celebre motto God Save The Queen, il fascino dell’antica aristocrazia lo subiscono tutti, soprattutto i cineasti. Concentrandosi esclusivamente sull’attuale regina, infatti, si trovano una serie di innumerevoli riferimenti cinematografici che hanno sfruttato l’eleganza e l’austerità della regnante più longeva della storia. Uno dei primi, e forse quello più celebre tra le commedie, risale al 1988 quando Una pallottola spuntata illustrò il piano perfetto per guadagnare 20 milioni di dollari uccidendo proprio Elisabetta. L’ignaro personaggio impersonato da Jeannette Charles, attrice diventata famosa euna-pallottola-spuntatasclusivamente per la somiglianza con sua maestà, si ritrova ad essere continuamente salvata dal maldestro tenente Frank Drebin interpretato dall’iconico Leslie Nielsen che alla fine riuscirà nella sua impresa di salvaguardare la monarchia. Il film, però, è un degno erede di un’altra commedia, meno celebre e sicuramente meno riuscita, uscita nel 1985 e che giocava già prima con i classici stereotipi che dividono in due poli opposti inglesi ed americani. Si tratta di Ma guarda un po’ ‘sti americani, diretto da Amy Heckerling e scritto da John Hughes, in cui per la prima volta Jeannette Charles impersonava la più alta icona di perfezionismo inglese davanti alla sciagurata famiglia Griswold in vacanza nel vecchio continente.

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Questa austerità ha continuato a suscitare tanta ironia anche nel nuovo millennio con film come Austin Powers in Goldmember (2002), Johnny English (2003), Agente Cody Banks 2 – Destinazione Londra (2004) ed altri, tutti prodotti che non sono riusciti comunque a far dimenticare quanta ambiguità ci sia dietro la figura della regnante. Se infatti è vero che non le si può negare un’eccelsa eleganza ed anche una certa simpatia, nei sui 64 anni di regno alcune decisioni politiche prese dalla Regina Elisabetta non sono state del tutto condivise e rimangono ancora oggi avvolte nel mistero degli intrighi di corte. La scelta che fece più scalpore fu quella successiva alla morte di Lady Diana, la principessa del popolo, raccontata nel film The Queen di Stephen Frears che tutt’oggi rimane l’unico vero biopic sulla regina. Helen Mirren, che quell’anno si aggiudicò il premio Oscar come miglior attrice protagonista, interpretò una versione cinica e distaccata di sua maestà che di fronte alla tragedia dell’ex nuora si trova a ragionare per interessi politici del tutto contrari all’affetto provato dai suoi sudditi. Il film fece molto scandalo a corte dimostrando come quell’evento rimane un neo nella lthe-queenunga reggenza della sovrana inglese per il modo in cui sono stati gestiti i media ed il lutto nazionale. Chiaramente la vera Elisabetta II non si scompose di fronte all’ennesimo attacco riguardante la rigidità dell’etichetta di corte, una realtà che ancora adesso fa discutere anche se mediaticamente ammorbidita dall’arrivo a corte della semplice Kate Middleton.

Proprio per questo anacronistico attaccamento alle apparenze ha suscitato vera meraviglia e scalpore l’apparizione della regina in persona nel video di apertura dei Giochi Olimpici di Londra del 2012. L’evento trasmesso in diretta mondiale, sotto la direzione artistica di Danny Boyle, aveva come introduzione un cortometraggio dal titolo Happy and Glorious realizzato dalla BBC e girato all’interno di Buckingham Palace in cui Daniel Craig nei panni di 007 aveva il compito di scortare la vera Regina Elisabetta II all’interno dell’Olympic Stadium. La donna veniva prelevata dal suo studio e trasferita in elicottero fino ad una spettacolare discesa in paracadute (ovviamente girata con una comparsa). Il video divenne subito virale e suscitò subito la simpatia di tutti gli inglesi, e non solo. Una reazione che si è ripetuta recentemente grazie allo spot ironico girato per beneficenza insieme al nipote Harry ed i coniugi Obama in occasione degli Invictus Game. Il suo sprezzante “Really? Oh, please…” è diventato oggetto di meme sui social e parodie da tutto il mondo facendo schizzare il suo indice di popolarità nei trend mondiali.

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Con questa The Crown il nome di Elisabetta II è tornato in auge senza però suscitare tanta ilarità tra il pubblico. Si apprezzano infatti di più gli affascinati dettagli della vita di corte e quelli puramente visivi messi in campo dal regista. Dalla fedele replica del vestito da sposa costata 37mila dollari, ai particolari della vita privata tutto è perfetto ed approvato dai piani alti del palazzo. Già in programma infatti una seconda stagione come a dire: lunga vita alla regina.

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