"Halloween Resurrection" di Rick Rosenthal

E' davvero come se Rosenthal ignorasse di fatto i sequel succedutisi fino a questo momento, per riallacciarsi idealmente al suo vecchio episodio, dove i corpi inquieti (fra tutti il rapper Busta Rhymes) riconfigurano nuove possibilità di svolgimento della storia.

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Rick Rosenthal non è del tutto nuovo alla serie infinita dei ritorni di Mike Meyers. Subito dopo il primo capolavoro di Carpenter infatti, aveva girato (pare con mille difficoltà) Il signore della morte, una spanna superiore a tutti i suoi successori, se non altro in fatto di ripresa mancata del tono del capostipite. Anche in quest'ultimo Halloween Rosenthal rispetta di fatto gli equilibri della saga, giungendo però a dei risultati teorici molto interessanti. I suoi protagonisti devono rivedersela con la presenza di Mike, ma stavolta con una novità interessante: in una sorta di gioco/reality show, si avventurano, seguiti da telecamere onnipresenti, all'interno della casa in cui è nato Myers. Basta questo chiaramente, per far precipitare le cose, con il fantasma di Mike che diviene sempre più fisico e ingombrante. E' davvero come se Rosenthal ignorasse di fatto i sequel succedutisi fino a questo momento, per riallacciarsi idealmente al suo vecchio episodio, dove i corpi inquieti (fra tutti il rapper Busta Rhymes) riconfigurano nuove possibilità di svolgimento della storia (la presenza del medium televisivo crea essa stessa contagio, inquinamento, corruzione), trascinandola all'interno di canali visivi che quasi ignorano l'esterno, per monopolizzare l'occhio invisibile dell'ignoto (ne è passato di tempo dalla sublime soggettiva ascendente di Carpenter, che peraltro torna in filigrana nel tema musicale che si respira dalla prima sequenza) in una concentrazione impossibile in cui si gioca pure con i possibili sdoppiamenti del set (spazio televisivo, filmico, o semplicemente familiare), ma sempre con una forte onestà intellettuale (molto più vicina per ambigua trasparenza al Craven di Nightmare-Nuovo incubo, che a quella dei teenmovie senz'anima succedutisi da Scream in poi) che rispetta le regole dell'horror, senza il bisogno di stravolgere schemi e reinventare possibilità di sviluppo. Genere allo stato puro insomma, con una Jamie Lee Curtis sempre più immersa nello spessore misterioso di una visione in procinto di generare nuovi mostri.

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Titolo originale: Halloween Resurrection
Regia: Rick Rosenthal
Sceneggiatura: Larry Brand, Sean Hood
Fotografia: David Geddes
Montaggio: Robert A. Ferretti
Musiche: Danny Lux, Jen Miller, marco Beltrami, John Carpenter, Daniel Lenz
Scenografia: Troy Hansen
Costumi: Brad Gough
Interpreti: Jamie Lee Curtis (Laurie Strode), Busta Rhymes (Freddie Harris), Tyra Banks (Nora Winston), Bianca Kajlich (Sara Moyer), Sean Patrick Thomas (Rudy Grimes), Daisy McCrackin (Donna Chang), Katee Sackhoff (Jenna Danzig), Luke Kirby (Jim Morgan), Ryan Merriman (Myles Berman), Dan Joffre (Willie), Billy Kay (Scott), Brad Loree (Micheal Myers), Gus Lynch (Harold), Thomas Ian Nicholas (Bill Woodlake), Brad Sihvon (Charlie Albans)
Produzione: Dimension Films/Nightfall Productions/Miramax International
Distribuzione: Buena Vista International Italia
Durata: 94'
Origine: USA, 2003

 

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