HOME CINEMA: "Non aprite quella porta", di Tobe Hooper

Finalmente in versione integrale e corredato di buoni extra il capolavoro di Tobe Hooper: un'edizione raccomandabile, per chi non lo ha mai visto, per chi lo ha invece amato e per chi ancora lo considera un semplice film di evasione. In Dvd per Digital Studio

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NON APRITE QUELLA PORTA

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(The Texas Chainsaw Massacre)


REGIA: Tobe Hooper


SCENEGGIATURA: Kim Henkel, Tobe Hooper


PRODUZIONE: Vortex/Henkel/Hooper


INTERPRETI: Marilyn Burns, Gunnar Hansen, Jim Siedow, Edwin Neal


FOTOGRAFIA: Daniel Pearl


MUSICHE: Tobe Hooper, Wayne Bell


DURATA: 80'


ORIGINE: Usa, 1974


DISTRIBUZIONE: Digital Studio


FORMATO VIDEO: Dvd vendita (circa 10 euro)


DVD EXTRA: Contributo testuale "La scioccante verità: La storia di Ed Gein, l'uomo che ha ispirato l'Horror moderno"; filmografia Tobe Hooper; 6 scene tagliate; 4 scene alternative; errori sul set; 2 trailers cinematografici; 2 spot tv; contributo filmato "Ambienti e soggetti di scena" (circa 6'); foto di scena; galleria poster e locandine


AUDIO: Italiano Dolby Digital 5.1 e mono; inglese mono


SOTTOTITOLI: italiano


FORMATO: widescreen 1.66:1 letterbox


 

Arriva inaspettata e graditissima, a concludere l'annata, l'edizione DVD, finalmente integrale e ben corredata di extra, dell'originale Non aprite quella porta di Tobe Hooper. Il fatto che si sia qui ad accogliere come una manna il dvd in questione, quando nel mondo varie label hanno letteralmente gareggiato fra loro per realizzare la migliore edizione possibile, testimonia bene quanto poco considerato sia questo capolavoro nel nostro paese, dove è venerato e difeso soltanto da una ristretta cerchia di cinefili e amanti dell'Horror. Un atteggiamento, come spesso accade, meritorio ma purtroppo foriero di ghettizzazioni involontarie. Viceversa, nella patria d'origine, il film non è soltanto conservato nella collezione permanente del Museum Of Modern Arts di New York, ma è spesso citato da registi come Ridley Scott, William Friedkin, John Milius, John Landis, soltanto per ricordarne alcuni.


Solitamente, però, accade il contrario: i film americani di genere trovano maggiore accoglienza in Europa, mentre sono guardati con molto sospetto in patria. Ecco, forse è proprio questo il punto nevralgico della questione: Non aprite quella porta non è soltanto un pop-corn movie (o peggio ancora un film "trash" come è stato etichettato con infamia), ma è una macabra visione, una di quelle opere capaci di coinvolgere contemporaneamente più campi dell'arte visiva. La vicenda narrata è indubbiamente nerissima e sconvolgente, condotta con mano sapiente da un Hooper ispirato, e possiede una fisicità asfissiante che si infrange letteralmente in faccia allo spettatore. Ma allo stesso tempo è possibile notare piccoli scarti dei corpi che lasciano intendere una palese teatralità dell'azione, una cifra grottesca che vorrebbe rendere "pulp" l'evolversi degli eventi, ma che, per ossimoro, amplifica la follia dell'insieme.

Il risultato fa venir meno le coordinate classiche con le quali ci si relaziona "normalmente" al genere Horror: in questo modo, nonostante i trent'anni di vita e un insieme di elementi che datano la vicenda negli anni Settanta (dalla didascalia iniziale al look dei protagonisti) il film diviene opera universale. Inoltre bisogna riconoscere la capacità registica di Hooper, che media fra istanze da cinema underground, con picchi sperimentali (i flash iniziali, che sembrano usciti da un lavoro di Stan Brakhage), e piglio documentaristico (le inquadrature del mattatoio), fino a sfociare nella favola gotica con la leggendaria sequenza dell'inseguimento fra Leatherface e Sally. Un film che, senza dubbio, merita i fasti che ha raccolto e che a ogni visione mostra nuovi dettagli in grado di rinsaldarne il mito.


Come gli appassionati ben sanno, finora l'unico modo per vedere il film come Hooper lo aveva pensato era attraverso le vecchie videocassette Skorpion e Hobby&Work. Il mercato del dvd invece offriva soltanto i pessimi dischi della Quinto Piano e Panorama, ricavati da master in cattive condizioni, tagliati miseramente e privi di extra. La neonata Digital Studio, invece, a un prezzo incredibilmente basso ci omaggia di preziosi reperti, come le scene tagliate nelle quali troviamo un Leatherface con il dono della parola (come effettivamente doveva essere in origine) e un inizio alternativo dove una mosca si muove sull'occhio di un cane morto, a sottolineare la componente fisica e disturbante cara agli autori. Per quanto riguarda il film, invece, stante il formato letterbox che può svantaggiare i possessori di televisori 16/9, il quadro è nuovo e pulito, ma, soprattutto sui titoli, i pixel pullulano con particolare vivacità. Inoltre dobbiamo mettere in guardia chi non avesse mai visto il film affinché ignori del tutto il cartello finale, inserito arbitrariamente, che ridimensiona la follia della vicenda introducendo un posticcio lieto fine. A parte questo, l'edizione è comunque raccomandabile e, visto anche il prezzo, pensiamo che nessuno commetterà l'errore di lasciarsela sfuggire.

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