Bart Allison (Randolph Scott) giunge a Sundown per vendicarsi, uccidendo Tate (John Carroll), bandito che ha spinto sua moglie ad abbandonarlo e poi a togliersi la vita, nonostante l'amico Sam (Noah Berry Jr.) insista che la donna non merita la sua vendetta. Terzo dei sette western a basso costo (e a bassa durata: mai sopra gli 80' e poco più i suoi film con cowboy) che il principe statunitense della serie B per onestà, stringatezza e capacità di tenere la tensione action come di tracciare notevoli e secchi contorni intorno ai personaggi (tra gli ammiratori Scorsese) girò insieme al westerner impassibile e solitario (nonché attempato) Scott. E anche qui la vendetta è il perno sul quale girano tutti gli elementi del suo cinema, un'ossessione al di sopra di tutto, anche di un saggio amico che arriva a dirgli, appunto, che il motivo per attuarla non sussiste! E se la linearità dei rapporti tra i pochi personaggi centrali rimane la forza di Boetticher, qui s'innestano inusuali striature melò e altrettanto imprevedibili intrusioni descrittive della società cittadina (forse perché la sceneggiatura non è dell'inseparabile Burt Kennedy), anche se inevitabilmente trionfa la dualità Bene/Male, tanto da far scrivere a Bertrand Tavernier critico che è in campo "una lotta che assomiglia assai… a una partita di poker la cui posta è la morte". Insomma guardare Boetticher, se non altro per l'asciuttezza connaturata del suo cinema, è sempre una decisione da prendere… prima o dopo il tramonto.

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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