In Francia tutti parlano di Pedro
Star indiscussa delle riviste specializzate è l’acclamato regista spagnolo, ed è proprio la capitale iberica la città omaggiata dalla 3a edizione del Festival du Film de Paris. Intanto continua a crescere il numero delle multisale e il divario tra i budget messi a disposizione per le grosse produzioni e quelli per i film a basso costo
Si è concluso il 9 aprile scorso con crescente successo la terza edizione del FESTIVAL DU FILM DE PARIS. Dopo la città di Roma, è stata Madrid la protagonista del festival, che ha proposto quindi una retrospettiva del cinema spagnolo. Il programma è stato particolarmente ricco, comprendendo una competizione ufficiale, un premio del pubblico, ed uno della stampa. A questo cartellone si sono aggiunti dei film francesi di recente produzione (alcuni inediti, altri molto noti), e degli interessanti cortometraggi girati all’inizio della carriera di famosi cineasti quali Roman Polanski, John Carpenter e Luis Bunuel. Durante il festival sono stati anche organizzati degli incontri su dei temi specifici ma sempre inerenti al cinema: dalla politica dei canali televisivi, al cinema come testimone della libertà dell’uomo, passando, inevitabilmente durante il periodo che precede le elezioni presidenziali, per i programmi dei candidati in corsa. Tra i premiati il giapponese EIJI OKUDA per il suo “Shoujyo, Une Adolescente”, che si è aggiudicato il premio della giuria presieduta da Isabelle Adjani; e Marco Bechis, il quale ha ricevuto il premio della critica per “Figli-Hijos”.
Curioso l’incipit della lettera-testimonianza che il cineasta spagnolo ha indirizzato al quotidiano francese Libération, in cui sono descritte dallo stesso regista alcune tappe fondamentali della sua vita privata e della sua carriera.
“24 settembre 1952: il giorno in cui sono nato. Ma sulla mia carta d’identità il giorno di nascita riportato è il 25 e non il 24. Mia madre sostiene che sono nato il 24. Su un argomento come questo lei merita una certa fiducia. […] Ho impiegato tre giorni per decidermi ad uscire per vedere la luce del mondo. Sempre secondo mia madre il primo atto che ho compiuto è stato quello di pisciare con una pressione tale da macchiare le persiane della finestra. Dopo ciò, sempre secondo la sua versione, non ho urinato per tutto il resto della giornata”.
Tra le molte uscite di questa settimana segnaliamo, inoltre, il lungometraggio animato già cult LE VOYAGE DE CHIHIRO del regista giapponese Hayao Miyazaki; la pellicola inedita KING LEAR del sempre attivo Jean-Luc Godard; e la ripresa del recentemente premiato NO MAN’S LAND di Danis Tanovic.
La Francia, ed in particolare l’Ile-de-France (la regione dov’è situata Parigi), sembra essere destinata a divenire la terra promessa delle multisale e dei grandi impianti per la fruizione cinematografica. Se ne contato, infatti, ben 13 nella regione e 4 nella sola capitale; un numero tuttavia destinato secondo le previsioni ad aumentare considerevolmente nei prossimi mesi. Basandosi, infatti, i criteri per un'eventuale apertura sul reale equilibrio che si instaura tra l’offerta e la domanda, insieme alla densità di strutture cinematografiche già esistenti nella zona, e vista l’altissima frequentazione registrata negli ultimi anni in Francia, è facile comprendere le cause di un tale proliferare e soprattutto di un tale successo. Tenaci e coraggiose, le piccole sale di quartiere sembrano resistere, ma con qualche difficoltà, a questa invasione. Per sostenere il proprio cinema di quartiere la cittadina di Nanterre (alla periferia ovest di Parigi, resa recentemente famosa per una sparatoria durante una seduta dell’amministrazione locale) ha presentato, attraverso il proprio sindaco, ricorso contro la nascita di una nuova multisala prevista nella vicina La Défense. Allo stesso modo i gestori delle piccole sale parlano di mafia, di cui i grandi circuiti sarebbero dei fedeli affiliati.