Indagine su una storia d’amore, di Gianluca Maria Tavarelli

Nella struttura consolidata della commedia, si adatta però piattamente ad una medietà di derivazione televisiva. Bravi i due interpreti Alessio Vassallo e Barbara Giordano. #TFF41 Fuori Concorso

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Indagine su una storia d’amore, che vede il ritorno alla regia dopo qualche anno di assenza di Gianluca Maria Tavarelli, nasce e cresce su coordinate ormai consolidate e legate alla interazione tra vita quotidiana e sua spettacolarizzazione televisiva. Nel caso specifico ci troviamo dalle parti dei sentimenti d’amore traditi che si manifestano in quella enfasi televisiva della confessione pubblica, che come da regole non scritte necessita però di precise componenti, che riguardano in primo luogo l’iperbolica trasformazione del racconto che deve assumere i contorni dell’evento, in un plateale atto di tradimento della memoria e della realtà.
Paolo e Lucia, due attori ancora in cerca di fortuna, decidono di partecipare alla trasmissione televisiva “Gli scheletri nell’armadio”, un reality show dove le coppie raccontano di tradimenti e trasgressioni. La visione delle rispettive confessioni mette la coppia ancora più in crisi senza apportare alcun beneficio alla loro fama d’attori.
Il film di Tavarelli è dunque anche uno sberleffo al troppo dosaggio televisivo che si intrufola nella normalità quotidiana che ciascuno di noi vive. Una overdose che lavora anche su un versante più strettamente privato, provando ad indagare quanto la relazione di coppia possa essere minata alle basi da un sistema di dipendenza televisiva e da una esigenza di affermazione personale, restando però sempre in primo piano la chiarezza dei rapporti tra i partner anche in epoca in cui i mezzi disponibili consentono vie di fuga che, sebbene virtuali, diventano altrettanto pericolose. Sono in parte gli stessi discorsi e temi affrontati da Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese. Ma il film di Tavarelli decide di non sublimare nella raffinata ricerca della sua rappresentazione dentro le strutture ormai consolidate della commedia, quanto piuttosto di adattarsi, piuttosto piattamente e pericolosamente, ad una medietà per l’appunto di derivazione televisiva che possa incontrare i facili gusti di tutti in quella omologazione del sapore, senza esaltazioni di gusto e di originalità, che è propriamente televisiva. Si ride nel film è innegabile e i suoi due interpreti Alessio Vassallo e Barbara Giordano svolgono al meglio il loro lavoro. Ma forse il passato di Tavarelli (Portami via, Una storia sbagliata, Un amore, Liberi) ci avrebbe fatto sperare in altro, in una grana meno grossa e quindi in una più originale rappresentazione di quella realtà che così attentamente era diventata soggetto del film. Indagine su una storia d’amore spreca in parte una buona occasione frutto di una bella intuizione al passo con i tempi complessi che viviamo. Ma il film rifiuta la complessità annunciata.

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La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.5
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