ITALIANO MEDIO – Maccio Capotonda sbanca al box-office. Il nostro incontro

maccio capotonda

Sta sbancando. Italiano medio è partito forte, nelle sale italiane. Il film d’esordio di Maccio Capatonda sta conquistando il pubblico giovane. Sia quelli che lo amavano sul web, sia spettatori “nuovi”, catturati dalla comicità demenziale, grottesca, sfacciata, cinica del film. Raggiungiamo al telefono Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda…

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Sta sbancando. Italiano medio è partito forte, nelle sale italiane. Il film d’esordio di Maccio Capatonda – che su Youtube raccoglie milioni di views con i finti trailer cinematografici, i finti spot per supermercati, i finti telegiornali – arrivato come un oggetto quasi misterioso, sta conquistando il pubblico giovane. Sia quelli che lo amavano sul web, sia spettatori “nuovi”, catturati dalla comicità demenziale, grottesca, sfacciata, cinica del film. Due milioni di euro nei primi quattro giorni di programmazione, record al botteghino. Sconfitta Angelina Jolie di Unbroken, che negli stessi giorni ha fatto la metà degli incassi. Raggiungiamo al telefono Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda, abruzzese, 36 anni, autore di mille parodie di fiction e film apparse in tv e soprattutto su Youtube. E sceneggiatore, regista e protagonista di Italiano medio.

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Maccio, che cosa si aspettava, all’uscita del film?

La mia aspettativa in realtà era minima. Non avevo mai fatto film, non sapevo se ero in grado di fare film veri e propri. E non sapevo se il film sarebbe andato bene o male, se sarebbe piaciuto o no.

E ora, dopo i primi dati, oggettivamente molto positivi, come si spiega questo successo?

Credo che siamo riusciti a fare un film per tutti, non solo per il pubblico che ci seguiva già su Youtube. Una storia sull’Italia attuale, un po’ cinica e un po’ amara, ma anche divertente.

Forse è anche questo il “trucco”. Una storia amara ma non troppo, anche indulgente verso i due personaggi opposti del film, l’ambientalista a oltranza e il rozzo…

Sì, forse il film sta nel mezzo, un po’ come il titolo. Ma non è un’idea ‘furba’ nata a tavolino. Io faccio tutto d’istinto, e cerco di fare quello che piace a me. Non penso all’effetto che può fare.

Lei sembra dire, nel film, che siamo tutti un po’ l’uno e un po’ l’altro dei suoi protagonisti “estremi”…

Credo che in noi ci sia una specie di incoerenza obbligata, alimentata dai mass media, che ci danno troppi stimoli, troppe verità. Siamo molto contraddittori, ma non per colpa nostra. La società ci propone tante cose diverse che alla fine non sappiamo come comportarci.

L’idea della pillola che permette di usare solo il due per cento del cervello arriva da prima del film Lucy?

Sì: l’avevamo usata in una gag già diversi anni fa. Veniva da un film con Bradley Cooper, ‘Limitless’, uscito quattro anni fa.

E’ stato difficile costruire un film vero e proprio, invece di una serie di gag che durano pochi minuti?

Mi faceva molta paura. Per questo abbiamo cercato di lavorare molto sulla sceneggiatura, che ho scritto con i miei collaboratori di sempre.

Anche nel cast ci sono poche new entries, rispetto a Youtube…

Sì: c’è Barbara Tabita, che è bravissima e che ho sempre trovato in linea col nostro metodo di lavoro, e Raoul Cremona che fa un cameo. Per il resto sono le persone con cui ci divertiamo a lavorare da anni.

Nel percorso verso il cinema vero e proprio, aveva in mente qualche modello, film che le hanno dato coraggio, o ispirazione?

Amo molto Robert Zemeckis e il suo cinema. Poi sono cresciuto con la commedia anni ’80: Carlo Verdone prima di tutti, e Benigni, Francesco Nuti. Sono loro che mi hanno dato forza ed entusiasmo. E anche Ciprì e Maresco, due maestri. Solo dopo ho recuperato, e imparato a apprezzare, il grande cinema di Pietro Germi e di Elio Petri. E ovviamente, da quando ero bambino, mi sono nutrito delle videocassette di Charlie Chaplin. Ci sono anche delle citazioni più o meno nascoste di Chaplin in tutto il film.


Ora le viene voglia di fare altri film o di “disintossicarsi” tornando a Youtube?

L’uno e l’altro. E magari scrivere un libro, un libro alla Nino Frassica. Ma ho anche bisogno di riposarmi, di vivere la vita che mi dà idee per il cinema.

I cinepanettoni non hanno funzionato, il suo film sì. Che cosa succede nel cinema italiano?

In realtà non ce l’ho fatta a vedere i film di questo Natale, ero troppo preso dal mio, e non posso giudicare. Ma credo sia una semplice questione generazionale. Arriva una generazione successiva, anche nel modo di fare film. Una ventata di novità è stata portata anche da Checco Zalone, e da film come Benvenuti al sud. E poi ci siamo noi. E anche altri su Youtube, che mi sembrano molto bravi: come il trio The Pills o i video maker The Jackal.

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