"Ken Park" di Larry Clark

"Ken Park" è un film da non vedere anche se bello da guardare. Ancora una volta Larry Clark e Harmony Korine si arrogano il diritto di offendere una generazione, banalizzandone le sue forme d'espressione più intime sotto uno sguardo pietista

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La letale coppia Korine/Clark è tornata. I due, che nelle stesse vesti di sceneggiatore/regista, avevano già dato vita a Kids, confezionano un prodotto quantomeno allo stesso livello. Lasciandoci in più la tristezza che anche la critica, allora indignatasi per la speculazione sul tema AIDS, oggi non possa farlo altrettanto poiché manca della cultura di base da cui nasce il film.

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Ken Park è una cittadina di provincia americana che insieme al sesso e allo skateboard, fa da scenario comune a cinque storie di cinque adolescenti. Ognuna/o delle/i quali è perfettamente costruita/o avendo come riferimento un "genere musicale anni '90", rappresentato attraverso i luoghi comuni che lo caratterizzano; tranne che per Peaches, l'unica ragazza, messa lì a simboleggiare l'America bigotta.


Si parte con il "new punk" (musica prevalente per il mercato) alla Greenday/Offspring, incarnato dal classico sfigato/lentigginoso T-shirt&jeans, che sfila leggero sullo skateboard, arriva in piazza, tira fuori una telecamera digitale, si inquadra e si spara. Ben più articolate le altre quattro, che si svolgono alternate per incontrarsi alla fine.


Il "grunge" ha i capelli e il pizzetto alla Layne Staley, possiede un cane a tre zampe come quello sulla copertina di Alice In Chains '96 (tra i loro dischi, il più "prodotto"), non ha i genitori e vive con i nonni (biografie travagliate caratterizzano la vita e i testi dei musicisti del genere). Tate, questo è il suo nome, è un masochista (aggettivo che la stampa di massa americana usa come sinonimo di grunge), è un ragazzo triste che si fa le seghe sui mugolii delle tenniste. Alla fine uccide i nonni, che gli vogliono bene, per rovinarsi appositamente la vita, e ce lo racconta raccontandoci i suoi movimenti nella casa (come Kurt Cobain nella lettera di congedo). Arrestato.


Il giovane/new metal è presentato in modo fisico, mentre gioca a sottomettere il fratellino per farsi chiamare dio, con alle spalle un poster rosso&nero con scritto "Satan Church", "maglietta rock" (culto dei metallari di ogni tempo) e l'immancabile piercing al sopracciglio. Apparentemente burbero, con un po' di muscoli, il giovane ha buone maniere e animo timoroso ma anche la fissa del sesso a cui è educato dalla madre della sua ragazza, appartenenti alla classica famiglia perbenista. Per i riferimenti musicali vedere Korn, P.O.D. e simili.


Come si vestirà invece chi ascolta Hip Hop? Ma con pantaloni a cavallo bassissimo da cui fuoriescono i boxer, of course! Ha un fisico smilzo per ballare agile con l'inseparabile skateboard, fuma droga, ha padre disoccupato&alcolizzato, madre Tvdipendente/incinta. Problemi familiari con il padre che sfoga su di lui le sue frustrazioni e alla fine prova addirittura a violentarlo.


Infine Peaches: brava a scuola, con al collo un crocefisso in evidenza e padre che passa il tempo a leggere la Bibbia. Non ha la madre ma un fidanzatino dalla "faccia pulita"…che appena rimangono soli lei lega al letto e sfuria la sua repressione sessuale! Peccato che il padre, coltili in flagrante, la violenterà prima con l'Apocalisse di Giovanni e poi proverà a passare ai fatti (inscenando prima il matrimonio…grazie a dio).


Se fosse stato un film di Landis sarebbe stato fantastico. Invece i "nostri" usano il loro caratteristico tono espressionista, concludendo con un'orgia finale in cui i tre "superstiti" si augurano di raggiungere un'utopica isola dove si scopa 15/16 volte al giorno ma non si fanno mai figli. La loro morale/finale tra tette/ culi/ cazzi/ sperma/ figa a confermare le notevoli capacità registiche di Clark nell'inquadrare il corpo con una dolcezza fuori dal comune; e che lo renderebbero un grande regista porno.


Resta da chiarire se la loro banalizzazione di una generazione (giusta o sbagliata non importa) sia frutto di autobiografismo o dell'arroganza di chi distrugge per poi salvare dall'alto. Si sa solo che Ken Park è un film …. (i puntini non sono una sospensione ma un invito a scegliere il proprio aggettivo offensivo preferito) che va raccontato tutto con la speranza che nessuno vada a vederlo e nessuno dia più la possibilità a Korine/Clark di fare film.


 


Titolo originale: Ken Park
Regia: Larry Clark, Edward Lachman
Sceneggiatura: Harmony Korine
Fotografia: Larry Clark, Edward Lachman
Montaggio: Andrew Hafitz
Suono: Dennis Grzesik
Scenografia: John DeMeo
Costumi: Michele Posch
Interpreti: James Ransone (Tate), Tiffany Limos (Peaches), Stephen Jasso (Claude), James Bullard (Shawn), Mike Apaletegui (Curtis), Adam Chubbuck (Ken Park), Wade Williams (padre di Claude), Amanda Plummer (madre di Claude)
Produzione: Kees Kasander, Jean-Louis PielBusy Bee Productions/Cinéa/Kasander Film Company/Lou Yi Inc./Marathon International/The Kasander Film Company
Distribuzione: Revolver
Durata: 96'
Origine: Usa/Olanda/Francia, 2002

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