La programmazione di Fuori Orario dal 30 gennaio al 5 febbraio

Su Fuori Orario da stanotte a sabato 5 omaggio a Luigi Di Gianni e, da non perdere, la serie di Fassbinder Otto ore non sono un giorno in prima tv

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CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

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Domenica 30 gennaio dalle 2.10 alle 6.00

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Luciani Turigliatto

presenta

SENTINELLE DEL NULLA – IL CINEMA ANTROPOCENTRICO DI LUIGI DI GIANNI (2)

a cura di Simona Fina

L’ANNUNZIATA                                                                  

(Italia, 1962, col., dur., 12’45”)

Regia: Luigi Di Gianni

Documentario su un antico brefotrofio a Napoli.

I FUJENTI                                 

(Italia, 1966, col., dur., 21’38”)

Regia: Luigi Di Gianni

Si tratta di cerimonie e avvenimenti legati alla tradizionale festa della Madonna dell’Arco che culmina il giorno di lunedì in Albis nella chiesa di S. Anastasia a 9 chilometri da Napoli. Nel santuario sono conservati circa quattromila ex-voto che documentano l’ansia popolare di salvezza nel corso di calamità collettive ed individuali.

MONTEVERGINE  

(Italia, 1971, b/n, dur., 16’03”)

Regia: Luigi Di Gianni

Pellegrinaggio al Santuario di Montevergine, in Irpinia, tra antiche tradizioni e nuove usanze

LA MADONNA DEL POLLINO                      

(Italia, 1971, col., dur., 34’23”)

Regia: Luigi Di Gianni

Si tratta di una delle feste più arcaiche della Basilicata. I fedeli raggiungono a piedi la chiesa dopo un faticoso percorso. Le manifestazioni di fede religiosa si alternano a particolari usanze celebrative di tipo profano che si svolgono all’esterno e all’interno del tempio.

L’ ATTACCATURA

(Italia, 1971, b/n, dur., 20’29”)

Regia: Luigi Di Gianni

Premiato al “Festival di Salerno” 1973. Margherita è di origine foggiana, ma esercita la sua attività di maga in un quartiere popolare di Napoli. Si occupa di “magia liberatrice” e spiega ai suoi pazienti devoti le pratiche magiche con cui eliminare il male. Nello stesso tempo Margherita si occupa di magia nera, cioè di pratiche destinate a procurare il male tramite le “fatture”.

GRAZIA E MORTE                                  

(Italia, 1971, b/n, dur., 26’52”)

Regia: Luigi Di Gianni

Il documentario, ambientato a Napoli, affronta il cosiddetto culto del “volto santo”, esaminato alla luce del complesso quadro magico religioso napoletano, soprattutto in riferimento al culto dei defunti. 

GRAZIA E NUMERI                                                    

(Italia, 1962, col., dur., 25’01”)

Regia: Luigi Di Gianni

Il film accenna ad alcune pratiche magiche napoletane e soprattutto al culto delle anime del Purgatorio. Premiato al Festival del Cinema d’Autore a Bergamo nel 1963.

LA POSSESSIONE                                                  

(Italia, 1971, col., dur., 36’51”)

Regia: Luigi Di Gianni

Presentato al “Festival di Oberhausen” nel 1972. “Nascita di un culto” e “La possessione” trattano, a pochi anni di distanza, un caso di culto eretico nell’ambito del cattolicesimo popolare, a Serra d’Arce, in provincia di Salerno. Giuseppina Gonnella, venditrice di pomodori, dopo la morte del nipote Alberto (un ex seminarista deceduto giovanissimo nel 1957 in un incidente di camion) rimane posseduta dal suo spirito e acquista poteri magico terapeutici.

 

Venerdì 4 febbraio dalle 1.10 alle 6.00

OTTO ORE NON SONO UN GIORNO                 PRIMA VISIONE TV

Episodio 1: Jochen e Marion

Episodio 2: Nonna  e Gregor

(Acht Stunden sind kein Tag, Germania,  1972-1973, col., dur., totale 204’20’’, v. o. sott., it.)

Regia e sceneggiatura: Rainer Werner Fassbinder

Fotografia: Dietrich Lohman

Con: Gottfried John, Hanna Schygulla, Luise Ulrich, Werner Finck, Anita Bücher, Wolfried Lier, Christine Oesterlein, Renate Roland, Kurt Raab, Irm Hermann, Margit Carstensen, Ulli Lommel, Eva Mattes 

La serie Otto ore non sono un giorno, prodotta dalla Westdeutscher Rundfunk e andata in onda tra il 1972 e il 1973, ha fatto la storia della televisione tedesca. Il tentativo di Fassbinder di reinterpretare  un genere popolare come la serie fu un grande successo di pubblico. Dimenticate per decenni,  le 5 puntate sono diventate di nuovo disponibili dopo il restauro promosso dalla Rainer Werner Fassbinder Foundation  con la collaborazione  del Museum of Modern Art di New York. Si tratta della grande riscoperta di una delle opere più originali del geniale regista tedesco, di cui Fuori Orario aveva presentato in passato l’altra grande produzione televisiva, Berlin Alexanderplatz.

La versione restaurata è stata presentata in prima mondiale al Festival di Berlino del 2017.

Le vicende della famiglia Kruger scorrono in parallelo con le traversie lavorative dei suoi singoli membri, in particolare quelle di Jochen, operaio meccanico in una fabbrica. Le storie d’amore di diversi personaggi nascono, crescono e muoiono nel corso della serie intrecciandosi alle relazioni che si stabiliscono tra gli operai e i padroni nelle fabbriche. Lo svolgersi della vita quotidiana si apre alla discussione delle questioni sociali più acute: i trasporti pubblici gratuiti, l’alto prezzo degli affitti, la cogestione dell’impresa, la solidarietà tra gli operai, l’educazione autoritaria, la carenza di asili, i pregiudizi nei confronti degli immigrati, il doppio fardello lavorativo delle donne … Fassbinder intendeva creare un’alternativa non solo al “mondo perfetto” delle finzioni televisive ma anche al genere dei documentari politici.

Il film è il frutto di un anno di ricerca nelle fabbriche e di discussione coi lavoratori e si avvale della partecipazione di molti degli attori e dei collaboratori abituali del regista.. La serie fu un successo di pubblico ma fu  aspramente criticata non solo  dai critici conservatori ma anche  da quelli di sinistra, che rimproveravano al regista di non aver considerato  il ruolo del sindacato. La serie era prevista  in otto episodi ma malgrado il successo Günther Rohrbach,  direttore della programmazione della Rete, lo interruppe dopo il quinto episodio.

Dichiarò Fassbinder: “Tutti i film e i drammi che ho scritto erano indirizzati a un pubblico intellettuale. Nei confronti di questo si può benissimo essere pessimisti e lasciare che un film si concluda nell’impotenza. Un intellettuale è libero di lavorare sul problema con i suoi strumenti culturali. Nel caso del pubblico più largo, che era quello della mia serie televisiva, sarebbe stato reazionario e pressoché criminale dare un’immagine disperata del mondo. Il primo compito è di tentare di renderli più forti dicendo loro: ‘Voi avete ancora delle possibilità: Voi potete fare uso della vostra potenza, perché l’oppressore dipende da voi. Che cosa è un padrone senza operai? Nulla. Ma si può senza dubbio pensare a un operaio senza padrone’. E se io ho fatto qualcosa che per la prima volta lascia la speranza, è stato fondamentalmente a partire da questa idea. E non si ha diritto di fare altrimenti con un pubblico di venticinque milioni di persone medie”.

Sabato 5 febbraio dalle 1.10 alle 6.30

OTTO ORE NON SONO UN GIORNO                 PRIMA VISIONE TV

Episodio 3: Franz e Ernst

Episodio 4: Harald e Monika

Episodio 5: Irmgard e Rolf

(Acht Stunden sind kein Tag, Germania,  1972-1973, col., dur., totale 277’38’’, v. o. sott., it.)

Regia e sceneggiatura: Rainer Werner Fassbinder

Fotografia: Dietrich Lohman

Con: Gottfried John, Hanna Schygulla, Luise Ulrich, Werner Finck, Anita Bücher, Wolfried Lier, Christine Oesterlein, Renate Roland, Kurt Raab, Irm Hermann, Margit Carstensen, Ulli Lommel, Eva Mattes

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