"La volpe e la bambina", di Luc Jacquet

Favola realistica raccontata con colori caldi e decisi, La volpe e la bambina è il coraggioso e riuscito tentativo di costruire una storia fantastica  su un desiderio concreto e su un messaggio profondamente etico. Dal regista di La marcia dei pinguini, vincitore nel 2006 dell’Oscar per il miglior documentario

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Viviamo una strana maledizione: quando un essere umano penetra in una foresta, c’ è come un tam-tam che trasmette a tutti i suoi abitanti  l’arrivo di una presenza nemica. Ho voluto, come la bambina del film, annullare questa maledizione.

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Luc Jacquet

 

Ancora una volta lo sguardo di Luc Jacquet – vincitore dell’Oscar 2006  per il miglior documentario con La marcia dei pinguini – indaga e penetra nel mondo della natura e degli animali. Ma con La volpe e la bambina non si limita più solo alla pura registrazione, seppur romanzata, dei processi che regolano l’ evoluzione e la vita delle varie specie. Il film vuole raccontare un’ altra storia. L’ incontro magico e la successiva amicizia incredibilmente naturale tra una volpe e una bambina. Lo spunto per il film è, come dichiara lo stesso regista, un episodio della sua infanzia. Da bambino a Jacquet, cresciuto tra le montagne dell’ Ain dove lo stesso film è in parte girato, capitò di riuscire ad avvicinarsi e di restare accanto, per qualche istante, ad una volpe. “…ogni passo verso di lei era come una scommessa. Più avanzavo e più avevo la paura che fuggisse. Ce l’ ho ancora perfettamente davanti agli occhi, sento ancora oggi l’ emozione di quell’istante. Si è girata, mi ha guardato con un’ intensità che mi ha sconvolto, ed è fuggita via. E’ la prima scena del film.”

Una mattina d’ autunno una bambina, tornando a casa da scuola, vede una volpe lungo un sentiero di montagna. Rimane a contemplarla affascinata, ma quando cerca di avvicinarsi la volpe scappa. La bambina decide di non arrendersi e comincia un lungo e  testardo periodo di appostamenti, rincorse, attese che la porteranno a conquistare la fiducia del bellissimo animale e a diventare sua amica.

Favola realistica raccontata con colori caldi e decisi, La volpe e la bambina è il coraggioso e riuscito tentativo di costruire una storia fantastica  su un desiderio concreto e su un messaggio profondamente etico.

Jacquet stavolta parte dalla scelta di raccontare qualcosa di meraviglioso ma che, dopo i ghiacci dell’ Antartide, si svolge “dietro casa mia”, come dichiara, e cioè nelle terre della sua infanzia, e nel Parco d’Abruzzo e sottolinea che per parlare di animali e di uomini, del loro rapporto complesso, e soprattutto per stupirsi davanti alla sua inaspettata semplicità, non c’ è bisogno di andare lontano. E’ solo questione di come si vedono le cose.

E le cose si vedono prevalentemente con gli occhi della bambina e della volpe. Dunque dal loro sguardo e dal loro livello, tutto è amplificato, ingrandito. Nella paura, come la scena della notte nella foresta o dell’ arrivo dei lupi, ma anche nella sua più intima e pura bellezza, che contamina ogni singola scena del film. Jacquet riesce magistralmente, senza mai eccedere e sconfinare nel “terrificante”, a mantenere questo sguardo giocando con le proporzioni al livello delle due “piccole” protagoniste; le dimensioni sono più impressionanti, i paesaggi sono interminabili, una semplice cascata può diventare imponente quanto un precipizio.

La volpe e la bambina, le due protagoniste, sono fedeli al titolo del film, e il loro è un rapporto paritario anche davanti alla macchina da presa. La bambina, interpretata  da Bertille Noel-Bruneau, è quasi del tutto priva della tipica aura di protagonismo e di egocentrica contemplazione che di solito accompagna la recitazione e la presenza dei bambini al cinema. Non eccede nel suo ruolo, che è, appunto un ruolo da co-protagonista.

Ed è ancora una favola, ma realistica perché Jacquet non abbandona la sua dimensione documentaristica e la sua precedente professione di biologo e studioso dei comportamenti animali. Il ruolo della volpe è un ruolo realistico, anche se veicolo di un profondo messaggio etico, ma mai simbolico. Rimane reale, vera, profondamente selvaggia se paragonata, agli animali delle favole classiche, ad esempio, alla volpe del Piccolo Principe.

A Jacquet non piace tradire la realtà per cercare un facile risultato di mercato; non rende la volpe umana, Titou ( questo il nome scelto dalla bambina)  rimane un animale e come tale non è dotato  di parola. Tra le due piccole amiche non ci sono i dialoghi tanto cari alla maggior parte dei film per bambini che hanno per protagonisti degli animali. La sceneggiatura è quindi costruita sui loro sguardi, come una partitura musicale in continua mutazione. E molta importanza ha la musica, narrativamente fondamentale, e che attraversa la storia con il passare delle stagioni.

Film onesto, puro come lo sguardo delle due protagoniste, ma non per questo “buonista”, riesce nel complesso compito di riassumere documentario e finzione, e di renderli perfettamente parte integrante l’uno dell’ altro.

L’ ansia di Jacquet è quella di annullare, attraverso una “favola reale”, una maledizione. La maledizione degli esseri umani, quella di essere temuti e fuggiti dagli animali selvatici. Ma la maledizione è anche quella di non capire la loro purezza e diversità, e di reagire in modo violento e barbaro, sterminandoli insensatamente, o cercando di addomesticarli come fossero cani o gatti.  Il messaggio può risultare un po’ pedante, soprattutto a causa della voce narrante che accompagna il film dall’ inizio alla fine, ma è comunque un’ importante presa di posizione, e rivela un’ etica profonda e radicata. Non si tratta semplicemente di un film per bambini, nonostante il suo intento palesemente educativo. La macchina da presa di Jacquet è spartana e fugge da ogni effetto di facile presa emotiva, e il gioco di contemplazione e riflessione attraverso le forme e i colori del mondo animale cattura lo spettatore adulto, dalle scene iniziali fino alla fine, in un’ immersione visiva che riesce ad avvicinarsi al cuore del film, come alla volpe protagonista del film.

 

Titolo originale: Le renard  et  l’enfant

Regia: Luc Jacquet

Interpreti: Bertille Noel-Bruneau

Distribuzione: Lucky Red

Durata: 91’

Origine: Francia, 2007

 

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