L'arte del risparmio: stile e tecnologia. Il cinema a basso costo in Italia negli anni Sessanta

Nel testo vengono prese in esame le pratiche produttive e realizzative che caratterizzano i differenti filoni del cinema low-budget italiano degli anni 60. Spazio anche a settori solitamente considerati marginali dalla storiografia e dalla critica: il cinema "amatoriale" e i "film di famiglia".

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L'ARTE DEL RISPARMIO: STILE E TECNOLOGIA.

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Il cinema a basso costo in Italia negli anni Sessanta.


a cura di Giacomo Manzoli e Guglielmo Pescatore

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Carocci


finito di stampare nel novembre 2005


195 pag. – 18,20 euro


 


 


Tra i contributi offerti dal cinema alla definizione della modernità c'è anche l'aver dimostrato inequivocabilmente come il fattore tecnico e quello tecnologico non siano semplicemente un problema connesso alla natura dell'opera quanto uno dei fattori che maggiormente condizionano e dunque determinano l'opera stessa. Insomma nessuno può più permettersi, anche grazie al cinema, di essere così ingenuo da pensare che la tecnica sia solamente la tecnica.


Questo non vuol dire necessariamente ridimensionare quelle che Barry Salt definiva le "Old theories" per dare "oggettività materiale" a ciò che veniva attribuito idealisticamente al talento autoriale.


Per dirla in altri termini: non si tratta di ridimensionare Mario Bava sostenendo che i suoi lunghi movimenti di macchina non sono indice di una parentela con Orson Welles o Renoir, quanto di una attitudine paratelevisiva dettata dalla necessità del risparmio in termini di impiego delle maestranze e di lavoro in sede di montaggio. Più interessante, semmai, è indagare i motivi che sono alla base del cinema a basso costo in Italia negli anni Sessanta, di quell'arte del risparmio coltivata tanto dalle grandi produzioni quanto dalle piccole. Da un lato capire l'origine di una mentalità produttiva che guida anche il grande investimento verso il risparmio, una logica industriale arcaica da imprenditore/piccolo risparmiatore. E quindi da un lato la mentalità dei De Laurentiis e dall'altro quella attitudine artigianale che da sempre contraddistingue la nostra cinematografia ricca di soluzioni di genio volte ad ottenere il risultato dell'ultra caro a bassissimo costo.


 


Nei diversi saggi qui raccolti è presentato il risultato di una ricerca che ha per oggetto i risvolti tecnologici che hanno accompagnato la grande vitalità del cinema italiano degli anni 60. È noto come in quel periodo la nostra cinematografia abbia saputo sostenere – accanto al rinomato cinema dei grandi autori – una fioritura di opere di genere dall'altissima presa sul pubblico popolare, e questo nonostante sotto il profilo economico non disponesse delle risorse per competere con produzioni straniere senz'altro più ricche e tecnologicamente avanzate.


 


Uno spazio autonomo è stato riservato a settori solitamente considerati marginali dalla storiografia e dalla critica ma nevralgici per quanto riguarda la diffusione delle tecnologie a basso costo e la sperimentazione tecnologica. Parliamo del cinema "amatoriale" e dei "film di famiglia" che hanno avuto ricadute importanti anche sul cinema di finzione.


 


I cinque volumi della casa editrice "Carocci" che qui presentiamo sono pubblicati nell'ambito del Programma di Ricerca Cofinanziato "Le tecnologie del cinema. Le tecnologie nel cinema". Al progetto hanno partecipato diverse Università italiane. Il volume, in particolare, è il prodotto dell'attività di ricerca svolta dall'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

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