Lettera allo streaming dal cinema indipendente

Lettera aperta dei registi indipendenti europei verso i colossi dello streaming per rivedere i termini contrattuali e aggiornarli al digitale

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La pandemia di Covid-19, che ha colpito tutto il mondo e tutti i settori, ha segnato negativamente in particolare il settore cinematografico. Un nuovo anno zero si appresta a ridefinire il cinema nei suoi aspetti non solo linguistici, ma anche produttivi e distributivi. I primi mesi di riapertura, tra uscite rinviate, o spostate sui cataloghi dei colossi dello streaming, hanno evidenziato l’estrema necessità di un solido quadro normativo sugli obblighi d’investimento. È stata firmata, da più di 500 professionisti del cinema e della tv, infatti, una lettera aperta rivolta agli OTT (Over the top content), come Netflix e Amazon Prime Video, per chiedere di rivedere i termini contrattuali e aggiornare la legislazione UE sul settore audiovisivo adattandola all’era del digitale. La lettera proposta dall’European Producers Club (EPC), che rappresenta produttori indipendenti da tutta Europa, è stata pubblicata alla vigilia delle fasi finali dei negoziati per il recepimento e conta, tra i numerosi firmatari della filiera, nomi come Pedro Almodovar, Pawel Pawlikowski, Rebecca Zlotowski e Agnieszka Holland.

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“La crisi sanitaria ci ha insegnato due cose: primo che la domanda di audiovisivi non è diminuita e che i principali beneficiari di questa domanda sono le piattaforme. Secondo che l’audiovisivo europeo è vulnerabile. Siamo preoccupati perché i giganti americani hanno adottato il modello degli studios, che si accaparra tutti i diritti in cambio del finanziamento totale dell’opera. Il modello di business europeo, invece, è legato al sistema delle coproduzioni che assicura il controllo creativo e ritorni economici ai produttori indipendenti. Chiediamo quindi un obbligo di investimento almeno del 25% dei ricavi, con un 80% minimo riservato a produttori indipendenti e una presenza maggioritaria di produzioni nelle lingue locali, per le serie tv e i film europei”.

Si sta cercando di raggiungere una rinnovata stabilità che passa per l’enorme flusso di dati della rete e dello streaming. Un obiettivo che porterebbe il settore a resistere e prosperare nel futuro prossimo, con contenuti sempre più diversificati e più autoriali; riuscendo a portare sugli schermi degli utenti una sempre più ampia varietà di prodotti. Dati a confronto, tra sala e streaming, diventa necessario avere maggior diversificazione per il sistema di distribuzione del futuro; aspettando le poche sale resistenti che per tornare competitive sul mercato devono provare a proporsi al pubblico secondo modalità di fruizione più vicine a quelle museali rispetto a quella fruizione da fast food dello streaming.

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